“Una mostra per la città, una mostra attraverso la città” scrive il curatore Matteo Galbiati per dare la sintesi di M@D, Monza arte diffusa, il progetto con cui il Comune e LeoGalleries invertono la rotta della fruizione culturale: non un museo, non una galleria, ma l’intera città come spazio espositivo. Che diventa, allo stesso tempo, una scelta anticovid: nessun assembramento possibile per guardare le opere che, a partire da lunedì, punteggeranno gli spazi di Monza. Con il Cittadino media partner.
Il periodo è l’estate, dal 15 giugno e fino a settembre, i tre mesi in cui il progetto ideato da Matteo Galbiati e LeoGalleries, con partner anche Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia, Arteam di Albissola Marina e Rossini Art Site di Briosco, prenderà corpo.
“M@D nasce dalla domanda se oggi sia ancora possibile proporre mostre, interventi di scultura e installazioni fuori dalle gallerie private, dagli spazi espositivi e musei – scrive la presentazione – per tornare a vivere quella naturale dimensione ambientale dei luoghi cittadini in cui incontrare la gente proprio là dove questa vive quotidianamente. È un’idea così folle (mad in inglese) pensare di ridare la naturale contestualizzazione pubblica alla scultura contemporanea? Secondo questo progetto pare proprio di no”.
LA MAPPA Dove trovare le opere
È il primo nuovo appuntamento con l’arte dopo la fine del lockdown e anche se l’iniziativa è partita in era pre-covid, trova nuovi significati oggi, dopo il termine della serrata, offrendo l’occasione per tornare a “essere comunità”. Ma soprattutto intende “fare incontrare le opere con la gente in spazi non convenzionali e stimolare quel dialogo e confronto culturale che di norma restano circoscritti a pochi ed elitari ambienti, molto spesso impermeabili e insensibili alla voce critica della massa”.
Intergenerazionale nel potenziale pubblico così come diverse generazioni ed esperienze sono quelle degli artisti coinvolti, che porteranno a Monza sculture e installazioni “in luoghi scelti secondo la precisa modulazione determinata da ciascuna opera, o laddove l’artista si è sentito più ispirato per il suo intervento”: alcune opere sono destinate a rimanere in città in modo permanente. “Etica ed estetica si incontrano in M@D per promuovere una nuova socialità dell’arte”.
«Uno degli obiettivi dell’assessorato – ha detto Massimiliano Longo, assessore alla cultura – è fare rete e creare relazioni stabili fra tutte le istituzioni culturali che operano sul territorio. L’obiettivo di questo lavoro è “folle”: portare l’arte fuori dalle gallerie e dai musei e occupare i luoghi della vita di tutti i giorni per mettere in contatto opere d’arte e persone, coinvolgendo un pubblico diverso e più giovane, andando così oltre a quel perimetro tradizionale degli appassionati. E in questo periodo di ritorno alla normalità abbiamo bisogno di un po’ di sana follia».
In occasione della collettiva di tutti gli artisti, presso Leo Galleries, durante il finissagge della mostra diffusa, nel mese di settembre verrà presentato il catalogo, edito da Vanillaedizioni, con i testi critici di Matteo Galbiati e Kevin McManus e le immagini di tutte le opere (fotografate nei luoghi monzesi che le hanno accolte), accompagnate dalle schede introduttive a cura delle studentesse del corso di didattica dei linguaggi artistici dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia.
LA MAPPA Dove trovare le opere