C’è la storia di Pierluigi Ghianda, l’uomo che ha fatto la storia del design nella sua bottega da falegname insieme ai Castiglioni, a Sottsass, a Gae Aulenti. Ci sono i documentari sul nuovo volto dell’artigianato del territorio. Oppure una fiction sulla figlia di Anna Kuliscioff, la reggia di Monza duecentenaria, Seveso e la diossina. Ci sono la storia e il presente della Brianza. Anzi, delle Brianze, così come le ha sempre chiamate Paolo Pirola, che con quel nome – Brianze – ha mandato in edicola sessanta numeri di una rivista dedicata al territorio e ancora oggi presiede l’associazione che nel nome del territorio inventa e produce cultura.
Con l’idea persistente che il peggio che possa accadere è perdere la memoria ha lanciato uno nuovo progetto e ha trovato il sostegno di altre due realtà, la monzese Touch contents e la lecchese Materiaviva: un archivio video delle Brianze capace di canalizzare in un solo luogo – ora virtuale – chi ha raccontato per immagini in movimento il territorio compreso tra Lecco, Como e Monza. Gli han dato un nome, Cinetecabrianze, e ne han fatto sito internet che non è altro «se non il primo mattoncino»: «Forse la Provincia non ci sarà più, ma questo non significa che non esiste più la Brianza, così come non smettiamo di esistere se perdiamo la carta di identità» dice Pirola, che spiega come l’iniziativa risponda all’esigenza di trovare uno spazio in cui trasmettere e diffondere chi ieri, oggi e domani vuole raccontare il territorio.
«Per evitare di trovarci un giorno come i due giovani pesci descritti da David Foster Wallace, che alla domanda del pesce anziano su come fosse l’acqua quel giorno, si chiedono cosa sia l’acqua. La cultura è la nostra acqua».
Si tratta di un progetto aperto al quale chiunque può partecipare. Segnalando o affidando il materiale audiovisivo che si ha a disposizione o si conosce, facendo crescere documento su documento l’archivio che ha trovato il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza, la collaborazione della Camera di commercio e il sostegno della Fondazione Comunità di Monza e Brianza. Filmati editi o inediti, materiale professionale e non, anche come canale di promozione di progetti professionali.
«Non si tratta soltanto di narrare il territorio, ma anche e soprattutto di rinarrare le Brianze – ha aggiunto Simona Elli di Touch contents – come realtà storica e architettonica. Perché sicuramente non sono più quello che erano». Il progetto lancia due appelli: uno per la segnalazione o la messa a disposizione dei materiali audiovisivi, l’altro per il sostegno economico all’iniziativa. Gli ideatori della Cinetecabrianze hanno già ipotizzato tre target: le scuole interessante a trovare materiale per scopi didattici o sostegno alla produzione di audiovisivi, gli operatori del settore video (registi, videomaker, appassionati) per il reperimento di materiale o la promozione di attività e progetti, realtà pubbliche e private (dalle aziende ai Comuni fino ai musei) per valorizzare quanto in loro possesso e altro.
Il sito offre uno spazio di navigazione tra temi e il trailer dei video a disposizione. «Il sogno? Perché no, quello di diventare un giorno direttamente produttori di materiale audiovisivo, documentari, progetti che riguardino il territorio».