Semplice ma elegantissima nel suo tailleur bianco appena sopra il ginocchio. Le gambe coperte da spessi collant bianchi (un segno distintivo per tutta la vita), sul braccio una sciarpa rosa, in mano un foglio dove probabilmente erano scritti i nomi delle rose in gara. C’è una vecchia foto, già a colori, che ritrae Carla Fracci nel 1969 al roseto della Villa Reale di Monza, oggi intitolato a Niso Fumagalli.
La celebre étoile è scomparsa il 27 maggio a 84 anni. Allora ebbe l’onore, come si legge nella documentazione dei concorsi, “di essere la prima madrina dei Concorsi internazionali per rose nuove” organizzati dall’Associazione nazionale della Rosa.
La prima di quelle raffinate manifestazioni si tenne nel 1965 nel mese di settembre senza la presenza di una madrina. Fu il patron Niso Fumagalli a decidere che l’eleganza delle rose dovesse essere associata allo charme di una madrina. E così nel 1969 al roseto fu invitata Carla Fracci, già affermata ballerina.
Anche il Cittadino del 5 giugno di 52 anni fa ricorda la presenza della “prima ballerina della Scala Carla Fracci in giuria insieme a studiosi, artisti e appassionati” tra i quali spiccava la nota creatrice di moda Biki Bouyeure. Per la cronaca va ricordato che dopo la Fracci, nel 1970, arrivò a Monza in veste di madrina un’altra icona di grazia e di stile: la principessa Grace di Monaco.
”Una figura storica e leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo”, l’ha ricordata il teatro alla Scala di Milano, “Ha onorato il Paese con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro”, ha detto il presidente della Repubblica Mattarella.
“Grazie Carla Fracci, la tua arte vivrà per sempre”, è il saluto della lentatese Virna Toppi, prima ballerina della Scala cresciuta proprio alla scuola del teatro milanese frequentata dall’età di dieci anni anche dalla bambina – milanese, figlia di papà tramviere e destinata a essere un simbolo della città – che diventò la “Regina della danza”.
Carla Fracci è stata numerose volte ospite in Brianza, spesso a Seregno ospite del festival letterario “Voci della storia”. E nel 2014 al teatro San Rocco ospite d’onore della scuola di danza caratese Arabesque.
In quell’occasione aveva “ sottolineato il valore educativo della danza e la necessità della qualità dell’insegnamento per lo sviluppo della persona. La danza è un modo di essere, e non un modo di fare – aveva raccontato al Cittadino la direttrice artistica Alessandra Sormani – E nello spiegare questi concetti, ha mostrato una straordinaria umiltà ed umanità, stringendo le mani alle nostre allieve, facendo loro domande, posando per tante foto”. E autografando le copie del libro “Passo dopo Passo” che il direttivo aveva regalato alle proprie ballerine.
Una serata speciale tutta per lei era stata a Meda nel 2017 (sempre nell’ambito del festival letterario organizzato da Eva Musci): era stata ospite di Villa Traversi con il marito Beppe Menegatti nella Sala del Coro gremita da almeno duecento spettatori.
La camera ardente sarà allestita nel foyer del teatro alla Scala venerdì dalle 10.30 alle 18. Una scelta rara “ma trattandosi di Carla Fracci… – ha detto il sovrintendente Dominique Meyer – Dobbiamo inchinarci davanti alla carriera di Carla Fracci che è nata qui facendo la scuola di ballo”.