Tre fondi seregnesi censiti dal Casva, in un testo sugli archivi lombardi

L'iniziativa è stata voluta dal Casva di Milano. Le schede dei fondi di Ottavio Cabiati, Luigi Brambilla e Cesare Formenti sono state curate da Carlo Mariani
La sede della biblioteca capitolare “Paolo Angelo Ballerini, in occasione di una visita nell’ambito di “Ville aperte in Brianza”

Ci sono anche tre archivi seregnesi tra i duecentodiciannove che sono stati censiti nel diciannovesimo quaderno del Casva (il Centro Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano), pubblicazione che è stata presentata venerdì 30 settembre a Milano, negli spazi della Fabbrica del Vapore. Il volume, dal titolo “Gli archivi di architettura, design e grafica in Lombardia. Censimento delle fonti”, edito dal Comune di Milano, contiene infatti le schede inerenti i fondi degli architetti Ottavio Cabiati e Luigi Brambilla, conservati nella biblioteca capitolare “Paolo Angelo Ballerini”, all’interno della basilica San Giuseppe, e quello dell’altro architetto Cesare Formenti, che invece si trova nell’archivio storico dell’abbazia San Benedetto.

Archivi lombardi: il contributo di Carlo Mariani

Carlo Mariani, con in mano il volume al quale ha dato un contributo

A curarle è stato Carlo Mariani, architetto seregnese e conservatore della già citata biblioteca capitolare, con la finalità di valorizzare e far conoscere l’attività di professionisti che si sono fatti apprezzare in Brianza, ma non solo. Il testo, redatto nel suo insieme da Graziella Leyla Ciagà, affiancata in occasione della presentazione da Fulvio Irace, noto storico dell’architettura, da Annalisa Rossi, sovrintendente archivistica e bibliografica per la Lombardia, e da Maria Fratelli, presidente del Casva, ha il merito di rivedere ed aggiornare le precedenti edizioni del 2003 e del 2012 e di evidenziare quanto gli archivi cartacei dei professionisti siano importanti e legati fortemente al territorio ed al contesto in cui vengono formati e, per questo motivo, è bene che non siano dislocati, ma rimangano radicati nel loro paesaggio di origine.