Seregno, Francesco Mandarano premiato a Firenze per l’attività di ricercatore

Il riconoscimento è stato deciso per l'impegno nella ricostruzione della storia di Orazio Frilli, un ex internato di cui è stato pubblicato il diario di prigionia
Francesco Mandarano, a sinistra, con il figlio Davide, a sua volta ricercatore

Un diario della seconda guerra mondiale riportato alla luce: questo ha fatto sì che Francesco Mandarano, seregnese che per tanti anni ha insegnato alle scuole Mercalli, ottenesse, insieme agli altri collaboratori il premio “Firenze” per la categoria ricerca storica. Mandarano da anni si occupa di riportare alla luce la memoria dei militari italiani internati nei campi di concentramento nazisti dopo il 1943. Un interesse nato nel 2011, quando per la prima volta riuscì a risalire al luogo di sepoltura di un ex combattente proveniente dal suo paese natale, in Calabria. Oggi Mandarano è il vicepresidente della sezione di Milano e Monza dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui.

Premio “Firenze”: la ricostruzione della storia di Frilli

A portare il seregnese a Firenze per il ritiro del premio è stato un lavoro durato più di due anni sulle memorie di Orazio Frilli, fiorentino di adozione sopravvissuto ai lager, che dopo la sua cattura a Rodi nel 1943, ha fatto ritorno in Italia nel 1945 con un diario, tenuto nascosto fino ad oggi. «Mi sono imbattuto nella storia di Frilli nel 2019 grazie a suo figlio Ennio -racconta Mandarano-. Inizialmente ci siamo sentiti perché dovevo spiegargli come ottenere la medaglia al valore per suo padre. Nel cercare i documenti da mandare al ministero, Ennio ha ritrovato in cantina tre taccuini con le memorie del padre. Mi ha chiamato e come prima cosa abbiamo deciso di digitalizzarli; rivolgersi ai privati costava troppo, così abbiamo deciso di impegnarci noi in prima persona. Ho chiamato la mia ex collega Lucia Cacciacarro e in 18 mesi abbiamo trascritto quelle bellissime pagine: non si è trattato di un lavoro semplice, decifrare la scrittura dell’epoca è spesso complicato, inoltre non volevamo limitarci a una semplice trascrizione».

Premio “Firenze”: un libro con i diari dell’internato

Dalle memorie di Orazio Frilli è stato tratto un libro, “Torneranno i giorni nostri”, pubblicato dalla casa editrice Medicea con introduzione di Matteo Mazzoni, direttore dell’istituto storico di ricerca sulla resistenza toscana, e postfazione della dottoressa Mauri, psicologa e terapeuta. «Si tratta di un lavoro complesso -continua Mandarano-, in cui alla riscrittura si è aggiunta la ricerca storica: insieme alla prefazione e alla postfazione, infatti, abbiamo aggiunto l’elenco di tutti gli amici di Frilli citati nel testo, per permettere ai parenti di ricostruire anche la storia di questi altri prigionieri. Il titolo è speciale perché è una citazione dal diario, è rivolta all’allora fidanzata di Frilli, Silvana, purtroppo lontana. È una bellissima storia perché non parla solo di dolore e privazione, ma anche di amore e speranza. Ci sono dei passaggi bellissimi, uno in particolare mi ha colpito: quando Orazio riesce a scrivere a casa dopo aver saputo che Firenze era stata bombardata. Chiede a Silvana se stanno tutti bene e lei, dopo giorni, risponde dicendo che tutto è a posto: non ha voluto dire al fidanzato che casa sua era stata distrutta per non turbarlo».