Chiede prudenza il sindaco di Monza Dario Allevi, gli fa eco il presidente della Regione Attliio Fontana dopo la prima domenica della Lombardia in zona gialla.
«Questi assembramenti rischiano di mettere in gioco tutta la fatica fatta in questi mesi. Sono stati difficili, duri, settimane durante le quali abbiamo dovuto rinunciare a gran parte della nostra libertà. Adesso quello che viene letto come un via libera rischia di rovinare tutto». Lo ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana sulla situazione nei centri delle città domenica, primo giorno di zona gialla, a Milano.
«Sono un po’ preoccupato – ha aggiunto – anche perché a gennaio dovrebbe iniziare la fase della vaccinazione contro il Covid e in quel momento non possiamo permetterci nessun tipo di recrudescenza del virus. Bisogna stare attenti, serve ribadire il messaggio che stiamo lanciando da tanti giorni: dobbiamo continuare a richiedere che quel minimo di sicurezza che le disposizioni danno, venga applicato. Quindi distanziamento, mascherine e lavarsi le mani»
«Occorrono prudenza e senso di responsabilità – ha raccomandato Allevi lanciando un appello in occasione dell’inaugurazione della stele per le vittime del Covid al cimitero cittadino lunedì mattina – in tutto quello che facciamo per uscire in fretta dalla seconda ondata ed evitare la terza».
« Il tempo dei sacrifici non è terminato – ha detto pensando al centro preso d’assalto domenica – perché all’ospedale ci sono tuttora oltre 300 ricoverati».
Beppe Sala, sindaco di Milano: «Ormai tutti parlano di una terza ondata per gennaio. Ma perché, siamo usciti dalla seconda? A guardare i numeri, non solo a Milano, direi di no. Detto ciò, disapprovo quelli che si ergono a giudici e dicono “la gente è irresponsabile”. Diciamo ai cittadini che possono uscire e fare acquisti (pensiamo anche all’operazione Cashback) e poi li accusiamo se lo fanno?». È il commento del sindaco su Instagram a corredo di una foto di una via milanese affollata.
«Se qualcuno si meraviglia di vedere la gente per strada, vuol dire che non conosce la realtà sociale in cui viviamo, era assolutamente prevedibile – ha aggiunto -. Se diciamo che bisogna fare ripartire i consumi e se il governo lascia l’operazione cashback, poi non se la può prendere con i cittadini se escono a fare compere. Questa idea di oggi per cui diciamo richiudiamo tutto immediatamente non so se ha senso. Non so se si possa parlare di responsabilità o meno, tutti possono capire tutto, anche i commercianti a eccezione che non ci sia un eccessivo stop and go. Un ristorante che riapre deve fare scorte di alimenti, riorganizzarsi con il personale, se apri poi non puoi dirgli il giorno dopo mi sono sbagliato. Quello che a volte nella nostra mentalità Italiana non si vede è una coerenza di comportamenti. Non è facile perché bisogna navigare a vista».