Vimercate: la Fondazione San Giuseppe “abita” l’Alzheimer

Presentato un nuovo modello di cura del nucleo Alzheimer del San Giuseppe di Vimercate con anche una riorganizzazione degli spazi.

L’Alzheimer non è una malattia che si cura con la medicina, ma è una condizione con la quale una persona si trova a convivere per anni e quindi serve aggiungere ai farmaci anche alcune attività in cui i pazienti diventano protagonisti nella vita del quotidiano ridisegnando anche un po’ gli spazi che frequentano. Questo cambio di paradigma che parla di abitare l’Alzheimer, è stato ben spiegato lunedì sera 27 maggio all’auditorium della biblioteca di Vimercate dalla Fondazione San Giuseppe della Rsa di Ruginello che con i suoi professionisti guidati dalla presidente Carla Riva e dal direttore Stefano Cipolla hanno sottolineato come : “bisogna abitarlo l’Alzheimer ed è per questo che nel nostro nucleo che conta 20 persone abbiamo attivato e attiveremo un nuovo modo di cura potendo contare sulla nostra equipe interdisciplinare con psicologhe, educatrici, fisioterapiste ed esperte della qualità per un percorso nella vita del quotidiano per cercare di tenere i pazienti sempre stimolati con piccole attività” come leggere, cucire, fare una passeggiata nel verde. Un concetto ribadito anche dalla dottoressa responsabile della Fondazione Daniela Bertazzoni.

Vimercate:la Fondazione S Giuseppe tra nuovi spazi e un altro modello di cura

Proprio per favorire questo nuovo modo di affrontare la patologi, la Fondazione ha ottenuto anche un finanziamento della Fondazione Cariplo di 40mila euro per riorganizzare gli spazi all’interno del nucleo Alzheimer per garantire ad ogni ospite quella che hanno definito una libertà protetta, facendoli sentire ancora di più a casa. Un interventi fatto a step e sarà compòetato entro la fine dell’anno.
Oltre alla riorganizzazione degli spazi della struttura – ha detto Stefania La Rocca psicologa dell’equipe multidisciplinare -, sono quattro i punti di forza di questo nuovo modello di cura una maggior formazione del personale e presa in carico globale del paziente, costruire comunità sensibili, guidare i professionisti ad essere più empatici e meno ageisti con i nostri ospiti e cominciare la presa in carico già a domicilio”.
A fare gli onori di casa come detto ci hanno pensato Riva e Cipolla che hanno evidenziato come “tutto sia partito chiedendoci che cosa potevamo fare di più per le persone affette da Alzheimer e ci siamo mossi insieme anche al Comune ed altri enti del territorio mantenendo viva una rete di sostegno, oltre all’aiuto economico della Fondazione Cariplo”. Presente all’evento anche l’assessore ai Servizi Sociali Riccardo Corti che ha ribadito come “la nostra amministrazione resta sempre al fianco della Fondazione San Giuseppe”. Tra il pubblico anche la sua predecessora Maria Teresa Foà, che aveva cominciato il percorso del progetto.