Vimercate: denaro a tassi d’usura, condannati in quattro

Si è conclusa con quattro condanne la vicenda scoperta dai carabinieri di Vimercate nel 2022 di un’estorsione ai danni di una donna di 57 anni.
Il tribunale di Monza
Il tribunale di Monza

La parola fine a un incubo fatto di minacce, paura e soldi da restituire ad un tasso del 30 per cento. Si è conclusa con quattro condanne, fino a quattro anni di reclusione, la vicenda scoperta nel 2022 dai carabinieri di Vimercate che aveva visto vittima di un’estorsione vera e propria una donna di 57 anni. I suoi aguzzini, due uomini – uno di 35 e l’altro di 49 anni – residenti in città, oltre ad una coppia – risultati conoscenti della donna – anche loro coinvolti nella vicenda.
Il caso era, appunto, scoppiato due anni fa quando la procura della repubblica di Monza aveva dato seguito alla denuncia della vittima, presentata alla caserma dei militari.

Vimercate: denaro a tassi d’usura, vittima una donna di 57 anni

La donna si trovava in difficoltà per un debito di circa mille euro con la banca e non sapendo come porre rimedio, era finita – con la più classica delle modalità – nelle mani dell’usura. A metterla in contatto con il 49enne erano stati una coppia, anche loro finiti a processo con la stessa accusa, concorso in estorsione aggravata, di amici della donna, che peraltro, è emerso durante il corso delle indagini, a volte venivano incaricati di andare a riscuotere il dovuto. Era stato così che il debito iniziale contratto dalla 57enne si era moltiplicato per tre. I responsabili, infatti, applicavano al suo debito un tasso del 30 per cento mensile di soli interessi, finendo così per triplicare l’ammontare di quanto doveva essere restituito e naturalmente senza mai raggiungere la restituzione definitiva della somma.

Vimercate: denaro a tassi d’usura, vortice di paura e vergogna

Un vortice che si basava sulla paura e la vergogna che la vicenda potesse emergere. Due fattori su cui, molto spesso gli, usurai fanno leva per “ammorbidire” le loro vittime e costringerle a continuare a pagare. Solo che la 57enne, ad un certo, punto, aveva deciso di denunciare. Da lì era scattata l’indagine, ma soprattutto le manette. In carcere il 49enne, ritenuto il vero e proprio cervello dell’operazione e che è stato condannato alla pena più alta, e il 35enne, già in passato noto per episodi dello stesso genere.

Vimercate: denaro a tassi d’usura, le perquisizioni

Dalle successive perquisizioni da parte dei carabinieri erano emersi poi, in possesso del 49enne, vari oggetti atti ad offendere, tra cui un machete con una lama di 30 centimetri di lunghezza e strumenti in uso alle forze dell’ordine, tra cui una paletta con la scritta “Ministero della difesa – Carabinieri” priva di matricola, delle manette simili a quelle in uso ai militari, una giacca con un logo dell’Arma e anche un distintivo dell’Associazione nazionale di polizia, ovviamente fasullo.
I due non erano nuovi ad episodi di questo genere. Il 35enne, infatti, era già finito nei guai, per un episodio analogo ai danni di un uomo cui, insieme ad un complice, aveva chiesto 300 euro mensili, minacciandolo di violenza. L’episodio che aveva indotto in questo caso la vittima a denunciare era stato il ritrovamento davanti alla sua abitazione di una bottiglia di un noto whisky, piena di liquido infiammabile e contenente due proiettili calibro 22.