Tragedia a Vimercate. Trovati un 17enne di Concorezzo senza vita e un altro in gravi condizioni in una casa in via Ponti 16, nella tarda mattinata di ieri, venerdì. La giovane vittima è Michael Minunno, mentre dell’altro ragazzo trasferito d’urgenza in ospedale a Monza, è uscito dal coma farmacologico. È Nicola F, il figlio dei padroni di casa. La sera precedente c’era stata una festa di compleanno, in onore proprio di Nicola che ha compiuto 18 anni , con un gruppetto di amici proprio nell’abitazione in centro a Vimercate.
Nella notte il gruppetto si è sciolto: tre dei cinque ragazzi sono tornati a casa, due Michael e Nicola hanno dormito nella casa. I genitori di Nicola hanno tentato di contattare i giovani la mattina, ma non ricevendo risposta hanno mandato la donna delle pulizie che ha fatto la tragica scoperta. I due giovani, a letto, non davano segni di vita. Sono stati chiamati immediatamente i soccorsi e sul posto si sono portati i sanitari del 118. Per il concorezzese non c’è stato nulla da fare, mentre l’amico è stato trasferito con urgenza all’ospedale di Monza.
Ora, dopo il coma farmacologico, Nicola è fuori pericolo. Ha sostenuto una terapia iperbarica a Niguarda e la cosa fa pensare a una intossicazione da monossido di carbonio. Presto ancora per avere certezze su cosa è successo nella notte tra giovedì e venerdì ai due giovani nella casa di via Ponti.
Si attendono gli esiti degli esami tossicologici sostenuti da Nicola, al centro antiveleni di Niguarda, e anche quelli dell’autopsia sul corpo di Michael, disposta dal pubblico ministero Salvatore Bellomo. Per ora gli inquirenti non si sbilanciano.
Le testimonianze raccolte sul campo dai cronisti sono contradditorie. Un giovane che ha partecipato alla festa, amico da tempo della vittima, ha confidato che è circolata dell’erba – niente droghe pesanti – e alcuni hanno bevuto molto. I famigliari di Nicola hanno spiegato che in casa non sono stati trovati nè sostanze stupefacenti nè veleni, mentre i vigili del fuoco avrebbero trovato un piccolo difetto nel tubo della cappa. Gli inquirenti avrebbero constatato sulla vittima delle macchie rosse sul viso, compatibili con una intossicazione da monossido.
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