«Il mio assistito è sereno anche se preferirebbe andare a casa, ma intanto aspetta di essere interrogato per spiegare la sua posizione». Lo dice Monica Mariani, avvocato difensore di E.V., il vigile del fuoco cinquantasettenne di Carate Brianza in carcere da 40 giorni a Monza. Il pompiere, addetto alle forniture nel Comando provinciale di Monza, è sospettato dalla Procura di aver ricevuto contanti (diverse decine di migliaia di euro), buoni benzina per centinaia di euro e altri beni da aziende fornitrici del comando e da imprenditori che, pagando le cifre concordate con l’arrestato, sarebbero riusciti a garantirsi contratti legati alla manutenzione e alle forniture dei mezzi anticendio dei Vigili del fuoco.
Insieme al cinquantasettenne caratese anche il titolare di un’importante impresa di gommista di Giussano che è ai domiciliari, la moglie del vigile del fuoco indiziata di riciclaggio dei proventi corruttivi del coniuge, e un imprenditore del Lago di Garda che era finito in carcere ma poi è stato messo ai domiciliari per gravi motivi di salute.
Vigile del fuoco arrestato, le indagini
Le indagini erano partite due anni e mezzo fa dopo che il titolare di una ferramenta di Desio aveva denunciato ai carabinieri di aver ricevuto un tentativo di corruzione da parte del Vigile del fuoco caratese. Per tutti accuse a vario titolo per induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, riciclaggio e truffa. A breve si conoscerà la data dell’interrogatorio del principale indiziato.