Via tutto l’amianto entro il 2016, ma la Brianza è ancora in alto mare

Le bonifiche sull’amianto in Brianza stanno a zero. Nei piani della Regione, entro il 2016 si dovrebbe tagliare il traguardo dell’eliminazione completa da tutti gli edifici. Ma secondo i dati del rapporto Eupolis è ancora tutto in alto mare.
Via tutto l’amianto entro il 2016, ma la Brianza è ancora in alto mare

Le bonifiche sull’amianto in Brianza stanno a zero. Nei piani della Regione, entro il 2016 si dovrebbe tagliare il traguardo dell’eliminazione completa da tutti gli edifici. Ma, evidentemente, tutto è ancora in alto mare. Lo dicono i dati del rapporto Eupolis sull’amianto in Lombardia presentato al Pirellone. Eccoli: fino a luglio 2014, in provincia di Monza e Brianza sono state censite 11.168 strutture, di cui 9.882 private per un totale di 5.084 tonnellate di amianto rilevate, e 1.286 pubbliche per un totale di 1091 tonnellate di amianto. Rispettivamente il 97,5% e l’89,5% di queste strutture non è ancora stato bonificato e il 3,3% riguarda amianto friabile, il più pericoloso.

A monte di questo rapporto c’è una legge regionale del 2003 sul risanamento, la bonifica e lo smaltimento dell’amianto che si poneva, tra gli obiettivi principali, quello di promuovere iniziative di educazione e di informazione per i cittadini, tramite anche le Asl territoriali. A questa va aggiunta una sanzione amministrativa, introdotta nel 2012, per la mancata segnalazione di manufatti contenenti amianto. Tutto ciò si inserisce in un quadro, quello del Piano Regionale Amianto Lombardia (Pral) del 2006 che mira al censimento completo dell’amianto e alla sua completa rimozione entro il 2016, che, sulla carta, era molto ambizioso.

«Si stima che i dati finora censiti corrispondano ad un 10-15% dell’amianto effettivamente presente in Lombardia – spiega Laura Barzaghi, consigliera regionale che presiede il Comitato paritetico competente – L’obiettivo del Pral è lontano: oggi dobbiamo avviare da un lato una diversa politica di incentivazione alla bonifica, dall’altro la predisposizione di siti per lo smaltimento sul nostro territorio, attualmente inesistenti. Il tutto con urgenza perché con il passare del tempo l’amianto diventa sempre più friabile e quindi pericoloso per la salute».