«Non bisogna più ragionare nell’ottica di “fare più treni”. Serve invece ragionale sui posti a disposizione». Così l’assessore regionale ai trasporti della Lombardia, Claudia Maria Terzi ha tratto le conclusioni del webinar “A regola d’Art. Qualità, efficienza e tutela dei viaggiatori: le nuove norme per i Contratti di Servizio” che si è tenuto nella mattinata di mercoledì 9 giugno. Si è trattato di un appuntamento promosso per fare il punto della situazione sulla negoziazione tra Regione Lombardia e Trenord per la stipula del contratto di servizio che sarà in vigore dal 2022 al 2031 per un corrispettivo economico di circa 5 miliardi di euro. Una decisione che non era andata giù ai comitati dei pendolari, che all’epoca della pubblicazione della decisione da parte di Regione Lombardia (dicembre 2020) avevano chiesto in un documento una soluzione di discontinuità.
Il nuovo contratto
Così non sarà, e Trenord gestirà il servizio ferroviario lombardo per i prossimi dieci anni. «È bene chiarire subito – ha spiegato l’amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri – che nei prossimi anni ci saranno importanti interventi di adeguamento dell’infrastruttura da parte di Rfi e quindi il possibile sviluppo dei servizi dovrà essere coerente con questi lavori. Lo sviluppo dell’offerta, in termini quantitativi e di tipologia del servizio, è condizionato con lo sviluppo che garantirà Rfi». Piuri ha ricordato come la pandemia da Covid si sia abbattuta come una scure sul trasporto pubblico, determinando una netta riduzione della domanda (meno viaggiatori) e dei ricavi (meno biglietti e abbonamenti venduti). «Dovremo essere bravi a capire come si ricostruirà la domanda nei prossimi anni – ha proseguito Piuri – e immaginare un servizio compatibile con le risorse disponibili. I nuovi treni, il rinnovamento della flotta, porterà a un sensibile aumento dei posti disponibili. Posti, non treni perché dobbiamo essere realistici, tenere conto dei vincoli infrastrutturali e dei dati storici anche per prevedere un percorso di miglioramento progressivo», condizioni minime di qualità dei servizi, efficienza gestionale, equilibrio economico finanziario. Quest’ultimo punto definisce il corrispettivo pubblico (ovvero quanto deve essere versato da Regione Lombardia a Trenord) per garantire l’equilibrio economico-finanziario tenendo conto dei ricavi derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti, dei costi e degli investimenti previsti.
I riders a bordo
Piuri ha voluto poi, rispondendo alle domande die giornalisti, tornare sull’argomento dei riders a bordo delle carrozze. «Quando i nostri capotreno hanno provato a fare controlleria sui treni frequentati dai cosiddetti rider, hanno trovato il 95% di non presenza dei biglietti. Lo deriviamo anche dal fatto che su quei treni, che vengono presi d’assalto, non abbiamo rilevato un incremento dei biglietti» ha spiegato l’ad di Trenord. «Anche per questo motivo abbiamo chiesto alle aziende per le quali lavorano queste persone e alle associazioni che li rappresentano, di prevedere nei loro contratti che venga acquistato anche l’abbonamento per il treno» ha aggiunto Piuri, ricordando che il servizio offerto da Trenord «è rivolto soprattutto agli spostamenti di persone che studiano e lavorano e che ogni convoglio, anche quelli più moderni, può ospitare fino ad un massimo di 8 biciclette».
Anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Claudia Maria Terzi, ha ribadito l’impossibilità «di riservare interi vagoni alle biciclette, soprattutto nei giorni feriali e negli orari di punta, non solo per motivi di affollamenti dei treni, ma anche perché ci sono delle norme di sicurezza da osservare».