Varedo: «Se arriva un’altra piena il fiume Seveso si porterà via tutto»

Dopo l’ultima ondata di maltempo, in via Longoni i residenti sono preoccupati: «E’ verosimile pensare che le prossime emergenze possano portarsi via anche i nostri orti».
Pierluigi Donghi e Rosangela Corno vicino agli argini a rischio crollo.
Pierluigi Donghi e Rosangela Corno vicino agli argini a rischio crollo. Pier Mastantuono

Le verifiche effettuate dal Comune sulle sponde del Seveso non hanno evidenziato erosioni dell’alveo alla base delle fondamenta delle abitazioni che si trovano sulla sponda destra, immediatamente a sud del ponte su via Umberto I. Pertanto la segnalazione pervenuta il 29 luglio verrà inoltrata al servizio regionale competente per ulteriori riscontri, che sono finalizzati ad accertare se c’è pericolo per l’incolumità pubblica e le proprietà private limitrofe. E solo allora sarà possibile programmare eventuali interventi di consolidamento dell’alveo del corso d’acqua.

Modus operandi

Questo il modus operandi adottato dagli uffici comunali a seguito delle segnalazioni fatte pervenire dalle famiglie Merati, Donghi e le altre che hanno case e proprietà sulla sponda destra, quella non interessata dai recenti lavori di consolidamento finanziati con fondi regionali. Mentre sul versante di via Sant’Aquilino la recente emergenza del Seveso non ha avuto ripercussioni significative, una volta conclusi gli interventi seguiti al crollo del novembre 2012, dalla parte opposta, dalla parte di via Longoni la situazione appare parecchio più preoccupante. Almeno dal punto di vista delle famiglie, visto che il Comune non è del medesimo avviso: «La piena del torrente Seveso – si comunica dal Comune – tra il 7 e l’8 luglio non ha fortunatamente comportato danni al territorio comunale con l’eccezione dell’allagamento di un’attività economica posta al confine con Bovisio» e, appunto, alcuni smottamenti circoscritti di due aree pertinenziali di edifici via don Longoni e via Crivelli, segnalate direttamente dalle proprietà.

Paura di un’altra piena

I proprietari continuano a temere una nuova piena che si porti via tutto: al momento attuale gli orti dei Merati e dei Donghi sono al sicuro, ma appena si oltrepassano le recinzioni delle proprietà private c’è il salto verso l’alveo del torrente. La furia delle acque si è trascinata quasi tutte le strisce di terreno che declinano verso il fiume. «Quella parte non è nostra competenza e non è nostra proprietà – riferisce Gabriella Merati di via don Longoni – ma è verosimile che le prossime emergenze rischino di portarsi via anche gli orti». Già gli alberi dell’argine sono piegati e i cancelletti e recinzioni sono scivolati di diversi metri. Ma il Comune replica che la documentazione anche fotografica presa il 17 luglio e unita alla richiesta di finanziamento presentata in Regione non ha messo in evidenza ulteriori erosioni del letto del fiume. Altri problemi si registrano più a valle, all’altezza del ponte sul fiume in via Umberto I-via Verdi. Qui Francesco Marzorati ha deciso di scrivere alla Regione segnalando che il ritiro delle acque dopo l’evento dell’8 luglio ha reso visibili fondamenta di mattoncini che potrebbero risalire ad epoche antiche.