“Una luce in fondo al tunnel” o “un inno alla vita”. Una domenica vissuta con la speranza di aver imboccato la strada per uscire dalla pandemia grazie ai primi vaccini che hanno simbolicamente unito l’Europa contro il coronavirus. Non un giorno qualsiasi, ma il 27 dicembre: il “Vax Day” in cui anche a Monza si è messa in moto la campagna vaccinale contro il Covid-19. Cinquanta dosi all’ospedale San Gerardo per altrettante figure selezionate per prime nel mondo sanitario tra medici, infermieri, addetti, volontari a testimonianza di un impegno lungo dieci mesi. Antipasto di una prima fase che coinvolgerà anche le Rsa.
Speranza, lavoro e ricerca, impegno a fornire una informazione chiara alla cittadinanza e a continuare a rispettare le regole: le parole chiave verso un concreto ritorno alla normalità.
«Oggi è sicuramente un giorno emblematico che avvia un percorso di ripristino graduale della normalità, tanto sottovalutata in tempo di pace, e tanto invece agognata ora – ha detto il direttore dell’Asst Monza
Mario Alparone introducendo gli ospiti – Se siamo qui insieme oggi, in piedi dopo due ondate, la seconda particolarmente violenta nella nostra provincia, è perché sin dall’inizio dell’epidemia si è costituito un sistema “Brianza” che ha fatto squadra in tutte le sue componenti sanitarie – ospedaliere, dell’ordine dei medici, della Croce rossa (tra i vaccinati la volontaria Jessica Tagliati, ndr) e di tutte le componenti sanitarie – del mondo delle istituzioni, delle forze dell’ordine, della società civile e della cittadinanza. È stata fondamentale la possibilità di avere una cittadinanza che si è stretta attorno alle nostre strutture. Un ringraziamento particolare ai nostri sanitari: e non è un caso che con questo vaccino si parta da loro».
«L’avvio della campagna vaccinale rinvigorisce l’impegno contro il Coronavirus da parte di tutti gli operatori sanitari – ha aggiunto il direttore generale di Ats Brianza
Silvano Casazza – perché fa intravedere una luce, una via d’uscita per un ritorno alla normalità, alla vita, agli affetti di tutti i giorni. Una speranza che non deve farci abbassare le precauzioni ma aumentarle per uscirne il prima possibile. Ats sta lavorando sul territorio con la funzione di coordinare la campagna e assicurare a tutta la popolazione la possibilità di accesso alla vaccinazione».
«Quello di oggi è stato un momento molto toccante che segna una svolta fondamentale al contrasto al Coronavirus – ha sottolineato anche Nunzio Del Sorbo, direttore generale della Asst Vimercate – Molto significativo il fatto di muoverci insieme con un gran spirito di squadra tra le Aziende socio sanitarie territoriali e Ats Brianza. Quello di oggi ha testimoniato anche la grande disponibilità dei nostri operatori della Asst Vimercate di aderire alla campagna vaccinale. Per quanto mi riguarda mi vaccinerò appena sarà il mio turno. Una battaglia importante che abbiamo affrontato con grande sinergia e che a noi è costata la vita di una persona».
La fotografia del territorio nelle parole del presidente dell’ordine dei medici brianzoli
Carlo Maria Teruzzi, che ha riferito di una adesione alla vaccinazione di un po’ più del 90% tra medici di medicina generale della provincia: «Si vince questa battaglia se tutte le forze si mettono assieme e la collaborazione tra ospedale di Monza e Vimercate è stata assolutamente piena. Difficoltà nella complessità della situazione, ma la buona volontà di Ats e ospedali è risultata fondamentale. Oggi come presidente dell’ordine mi vaccino in rappresentanza di tutti i medici e con emozione nel ricordo dei colleghi scomparsi, 91 in questa seconda ondata soprattutto medici di famiglia e pediatri a dimostrazione di come la presenza sul territorio ci sia stata. È una opportunità che non dobbiamo farci mancare, sarà molto importante da parte di tutti noi convincere la popolazione a vaccinarsi. Per noi deve essere un obbligo deontologico, sarò fermo in questo proposito».
«Una giornata storica – ha detto il presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani e presidente dell’Ordine Interprovinciale dei Farmacisti di Milano, Lodi, Monza e Brianza
Andrea Mandelli – in cui intravediamo la luce della speranza alimentata soprattutto dai ricercatori che ci hanno consentito oggi di essere qui a questo momento importante per l’Italia e per tutta l’Europa. Ricordo i sanitari che hanno onorato i loro codici deontologici con il sacrificio della vita. Tra i tanti significati della giornata anche quello di riportare al centro della politica italiana il tema della salute, troppo spesso vista come una spesa e non come un investimento. Il pensiero da condividere credo sia quello di papa Francesco: peggio di questa pandemia c’è solo di sprecarla, senza considerare il sacrificio che è stato fatto da tutti. Si deve metter a sistema questa esperienza per avere una spinta per migliorare, per dare una migliore assistenza a tutti gli italiani».
Tanta emozione nella voce di
Alessandro Manzoni, infermiere iscritto all’Ordine delle Professioni di Milano – Lodi – Monza e Brianza che non ha avuto dubbi: “Chi mi conosce sa che sono sempre stato restìo a vaccinarmi, ma nella prima ondata sono stato tra i primi a contrarre il virus, così come mia moglie che lavora come infermiera. Sappiamo cosa vuol dire, cosa abbiamo passato e come noi tanti colleghi. È per questo che sono qui oggi a farmi vaccinare e spero che come me tanta gente, operatori sanitari, infermieri, medici e cittadinanza lo possano fare per portarci fuori da questa pandemia. Vorrei ricordare le persone che sono morte e quelle che sono ancora malate: a oggi con la seconda ondata non conosco un collega, un amico che non abbia contratto questo virus».
La voce dei ricercatori nelle parole di
Cristina Messa, presidente della Fondazione Tecnomed dell’Università Milano Bicocca ed ex rettore dell’università: «Oggi parliamo di un vaccino che è stato approntato in meno di un anno grazie a un impegno mondiale, un vaccino nuovissimo basato su mRna, diverso da quelli a cui siamo abituati che risponde a due parole d’ordine: sicuro e efficace. Ed è importante sottolineare che non è per noi stessi, per i singoli, ma per la comunità. Poi oggi mi fa molto piacere essere nella mia città: l’ospedale di Monza è noto a livello internazionale per terapie che altrove non ci sono. È l’ospedale che accoglie i pazienti e ne ha cura ma allo stesso tempo accoglie studenti e ricercatori dell’università. Ha ruolo importante con Vimercate in questo momento, ma dovrebbe fare rete con tutti gli altri ospedali lombardi nell’affrontare una pandemia – come è stato fatto – sia per curare tutti gli altri ammalati che hanno bisogno di questo ospedale per le terapie di cui non possono fare a meno. È molto importante agire ad ampio spettro».
Il sindaco Dario Allevi
ha ripercorso in pochi minuti i mesi da quel 23 febbraio, in cui alla mattina aveva ricevuto la comunicazione del primo ricovero per coronavirus nell’ospedale cittadino (due giorni dopo il primo caso a Codogno): «Ringrazio tutti per il lavoro di squadra che ci ha permesso di stare più vicini possibile ai nostri medici e infermieri del territorio. Credo che quella di oggi sia una data da segnare col pennarello rosso sull’agenda perché la troveremo sui libri di storia. Questo vaccino arriva prima di quanto ci aspettassimo: se il 90% dei medici brianzoli è pronto a vaccinarsi, oggi deve partire opera di persuasione nella cittadinanza dove solo il 47% è pronto a vaccinarsi e il 53% si divide tra chi non vuole farlo, tra chi lo farà se obbligatorio e chi ancora non sa. Abbiamo bisogno di testimonial importanti, dobbiamo iniziare opera di convinzione anche di chi è bombardato da fake news. Abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo di tornare alla normalità: a livello umano, economico, sanitario. Speriamo di imboccare da oggi quella strada che ci porti fuori da tunnel anche nel ricordo di chi non è più con noi, di quei 357 monzesi che sono morti colpiti dal virus».
Alla cerimonia è intervenuta anche l’assessore allo Sport e giovani di Regione Lombardia Martina Cambiaghi: «Sembra passata una eternità da quel 21 febbraio ma sono trascorsi solo 10 mesi di sacrifici e sofferenza ma anche di studio e ricerca che hanno portato in poco tempo al vaccino che è da considerare non solo come antidoto al virus ma soprattutto come inno alla vita, quella a cui desideriamo ritornare tutti: a scuola, ad abbracciare colleghi, festeggiare nei ristoranti o anche solo bere un caffè al bar. Dobbiamo essere consapevoli che, da oggi, abbiamo gli strumenti per combattere il virus ma è necessario continuare ad osservare le regole che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi. Ecco perchè voglio fare un appello ai più giovani: comportatevi responsabilmente, abbiamo vissuto lunghi periodi di privazioni che hanno modificato le nostre vite e non dobbiamo vanificare questi sacrifici. Quando il nuovo lockdown sarà terminato e riprenderanno le lezioni a scuola dimostriamo di aver compreso molto bene cosa fare e come per evitare che il virus continui a diffondersi. Con piccoli gesti di attenzione verso noi stessi e chi ci sta intorno, possiamo guardare con fiducia al futuro».
«Bisogna far capire ai cittadini che il vaccino è sicuro ed efficace – ha concluso il vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala, assessore alla Ricerca, Innovazione, Università, Export e Internazionalizzazione delle imprese – Essenziale è il ruolo dell’informazione così come è avvenuto sin dal primo giorno della pandemia. Oggi è una giornata storica, un primo decisivo passo: non bisogna tuttavia abbassare la guardia perchè il virus è ancora tra noi, abbiamo imparato a conviverci ma solo comportamenti reponsabili potranno portarci a superare definitivamente questa drammatica emergenza. A poche ore dal Natale, molti di noi non hanno potuto mandare gli auguri a qualche amico o conoscente. A me è successo con diverse persone, non ho potuto vederli né partecipare al loro funerale. Questo vaccino è la prima arma vera contro il covid, finora ci siamo protetti. Anche in questo caso voglio ricordare il ruolo fondamentale della ricerca e, in particolare, il sistema integrato tra Regione e Università che permette di valorizzare al meglio i nostri ricercatori. Proprio come avvenuto al San Gerardo di Monza. Abbiamo vissuto un periodo in cui la scienza è stata un po’ romanzata e questo è l’appello che facciamo oggi: non romanzare o sottovalutare il vaccino, perché è il risultato di un progresso scientifico che non ha eguali e che avrà tanti risvolti positivi, una piattaforma utilissima per combattere molte forme virali. Oggi comincia la lotta contro la disinformazione, mentre nei comportamenti non cambia nulla».