“Niente. Solo silenzio”. “Uniti per Albiate”, l’opposizione consiliare, richiama l’amministrazione comunale ed il suo sindaco, a «usare le parole e quando possibile i fatti» in un periodo particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo da un anno oramai a causa della pandemia.
«E’ necessario che ci si ponga dalla parte degli “insofferenti”: delle famiglie, dei bambini, degli anziani e delle imprese. E’ importante in questa fase di stanchezza – dichiara “Uniti per Albiate”- non lasciare soli e inermi i propri cittadini. Il silenzio in un momento così difficile lascia un vuoto incolmabile. In un paese di seimila anime chi amministra non solo è tenuto a parlare, ma a denunciare i ritardi, le inefficienze e a urlare a gran voce tutto ciò che, nelle proprie facoltà e obblighi, sta facendo per i propri cittadini, con il massimo impegno, attivando ogni energia e forza disponibili sul proprio territorio».
La minoranza ricorda i suggerimenti, le richieste di posizioni condivise su scuola, imprese e lavoro. «Oltre ad essere messi a lato e per nulla coinvolti, abbiamo “ascoltato solo il silenzio” e tante promesse e rassicurazioni disattese nel corso dei mesi- fanno sapere i consiglieri di opposizione – nulla o poco sappiamo di ciò che avviene all’interno del palazzo di governo comunale. Nessun consiglio comunale straordinario con un ordine del giorno che riguardi la crisi che stiamo vivendo, nessuna commissione importante su questi temi, anche con il coinvolgimento del personale sanitario che opera sul territorio. Solo aggiornamenti sporadici sul numero di contagi. Non basta a rassicurare le persone, a farsi portavoce di un malessere collettivo e a identificare soluzioni con iniziative locali per far fronte e rispondere ai bisogni emergenziali dei cittadini. Non ci è dato sapere come la nostra giunta si stia attivando, anzi si sia attivata, per coinvolgere e venire in aiuto alle famiglie e alle imprese. Quanto si stia attuando per coinvolgere i medici del territorio, anche in previsione di una campagna vaccinale. Quanto sforzo possa fare sul proprio bilancio per aiutare chi non ce la fa. Niente. Solo il silenzio».
E concludono.«Vorremmo sentire la voce del primo cittadino su tanti temi, in particolare sulle politiche giovanili che stanno tanto a cuore a tutti, a partire dalla scuola per passare alle imprese, alle famiglie, alle persone sole, agli anziani, agli emarginati. Noi non amministriamo, ma ci siamo, proponiamo, ci attiviamo per identificare soluzioni all’emergenza e vorremmo ascoltare, interagire, collaborare con chi ha la responsabilità di amministrare e di governare, per rispondere alle esigenze dei propri cittadini. Può essere ancora utile la parola di un primo cittadino? Oggi più che mai le parole hanno un peso, così come il silenzio».