Da una parte Ecclestone che forza la mano, dall’altra i vertici dell’autodromo che vedono la situazione dura, ma con un po’ di luce in fondo al tunnel. Soprattutto se, oltre alla Regione, intervenisse anche il governo. Lo dice il presidente Sias, Andrea Dell’Orto, al termine di un incontro, con il procuratore dell’autodromo, Francesco Ferri, e il vicepresidente Aci, Marco Coldani, nel motorhome di Ecclestone: «Niente panico, l’incontro è stato positivo ma non definitivo. Serve aiuto del governo. Per Ecclestone è importante che Monza sia nel circuito». Ma è anche lo stesso Ecclestone a dire: «Il problema sono i soldi ma non solo, loro (riferendosi ai vertici italiani) sanno quali sono i problemi», aggiungendo laconico: «Siamo molto lontani dall’accordo».
Poco prima il patron del Circus, ripreso dalle agenzie di stampa, aveva detto: «Il fatto è che noi abbiamo qualcosa da vendere, devono decidere se sono interessati a comprarlo». E ad Autosport parla addirittura di un rinnovo improbabile: «Al momento direi di sì sulla base del fatto che non vogliono pagare». Il prezzo che chiediamo è lo stesso che pagano gli altri organizzatori europei – aggiunge Ecclestone -, non dovrebbe essere un dramma ma non sono in grado di chiudere, probabilmente per molte ragioni».
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Quanto alla Ferrari, tirata in ballo anche dal sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, come possibile protagonista della trattativa, (leggi qui) arriva la risposta del team principal Maurizio Arrivabene: «Negoziare con Bernie non è compito nostro». Ma ha anche aggiunto, in conferenza stampa, dopo la seconda sessione di prove libere: «Non ho nulla contro gli altri Gp, perché questo è uno show internazionale ma il Gp d’Italia è Monza, e dobbiamo conservare l’essenza della Formula».