Il giorno dopo l’arresto del vicepresidente lombardo Mario Mantovani. Pd, M5S e Patto Civico hanno annunciato una mozione di sfiducia al presidente Roberto Maroni dopo l’arresto dell’ex assessore alla sanità e l’indagine a carico dell’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia. Verrà presentata mercoledì 14 ottobre e discussa in Aula nella prima seduta utile, quindi martedì 20 ottobre.
«Bisogna aprire una riflessione su cosa sta accadendo nella maggioranza e se si può andare avanti», ha commentato il capogruppo del Pd al Pirellone, il vimercatese Enrico Brambilla.
«Non possiamo non notare che oggi abbiamo un presidente che a breve dovrà presentarsi davanti ai giudici e un vicepresidente agli arresti: bisogna aprire una riflessione su cosa sta accadendo nella maggioranza e se si può andare avanti. È opportuna una tempestiva conferenza dei presidenti dei gruppi e una discussione in aula martedì prossimo. Sono due passaggi necessari».
«Ancora una volta la nostra sanità al centro dell’azione della magistratura, una sanità già saccheggiata e ferita dai predecessori di questa giunta Regionale. L’arresto di Mario Mantovani, uomo forte del sistema berlusconiano e già assessore in materia e la messa sotto accusa dell’attuale assessore leghista al bilancio, sono un fatto gravissimo e di enorme rilevanza politica», ha detto Emanuele Fiano, deputato e responsabile nazionale sicurezza e riforme del Pd.
La maggioranza rimane compatta intorno al presidente. Matteo Salvini ha dichiarato di essere «orgoglioso del governo di Regione Lombardia, tutti compresi». Il Nuovo Centrodestra ha confermato il pieno supporto a Maroni («Regione Lombardia ha dimostrato nei fatti di lavorare da sempre per garantire la massima trasparenza»).
Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Pirellone, ha commentato invece la posizione dell’assessore leghista Garavaglia. «Ma quale sarebbe la colpa di Garavaglia? Se davvero, come ha scritto qualche giornale, si fosse adoperato per difendere il territorio e le locali associazioni di volontariato, l’essere indagato potrebbe diventare un titolo di merito. È certo che siamo di fronte a una guerra dichiarata dello Stato italiano contro le Regioni, e in particolare contro la Lombardia, che ha 2 colpe fondamentali: non essere guidata dal centrosinistra e aver osato chiedere maggiore autonomia. A questo punto la risposta non deve essere data dalla politica, ma direttamente dal popolo: subito il referendum per l’autonomia».
«Esprimiamo preoccupazione – hanno commentato i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Elena Lattuada, Osvaldo Domaneschi, Danilo Margaritella – per quanto emerge dalle indagini della Magistratura sul Vicepresidente e l’Assessore al bilancio di Regione Lombardia, che ovviamente investe direttamente le responsabilità istituzionali più rilevanti. Altrettanto grave è l’oggetto dell’indagine che riguarda i temi della sanità e del welfare che, com’è noto, riguardano ingenti risorse regionali e che sono da tempo, anche per CGIL CISL UIL, temi di grande delicatezza oltre che di confronto tra le parti. Confidando nel ruolo della Magistratura, ci auguriamo che le indagini procedano rapidamente e che siano presto accertate tutte le responsabilità, così com’è evidente che in questo quadro anche il normale confronto con l’Istituzione regionale risulta ancora più complicato».