I lavoratori della Villa reale scendono in piazza, anzi: a corte. La mobilitazione è stata organizzata per il pomeriggio di martedì 8 settembre, quando i dipendenti di Nuova Villa reale e non solo (per esempio le guide turistiche che svolgono servizio alla Reggia) si sono dati appuntamento davanti al cancello della reggia di Piermarini per raccontare il limbo occupazionale in cui si trovano ormai da marzo. Con un invito al sindaco Dario Allevi: «Ci sarà anche la torta, viene a trovarci?».
Dopo il lockdown, il concessionario non ha mai aperto gli spazi che gli competono (mentre il Consorzio ha riaperto quasi subito a maggio le visite agli appartamenti reali, di sua competenza). I dipendenti di Nuova Villa reale sono stati prima in cassa integrazione e poi in ferie forzate: al momento, non è chiaro quale sia la loro condizione, ma stando all’ultimo dcpm il privato potrebbe di nuovo ricorrere alla cassa integrazione.
Sullo sfondo, la trattativa tra Consorzio (portata avanti dall’avvocatura regionale) e concessionario per risolvere il contratto di concessione stessa. Attilio Navarra, il presidente della società, lo scorso gennaio ha presentato la recessione dal contratto con una richiesta milionaria di rimborso per mancate entrate. Lo stallo in questi mesi ha avuto pesanti ricadute: la prima, ovviamente, la Villa rimasta chiusa in gran parte dei suoi spazi, con le conseguenze per il personale. Ma lo scacco – il Consorzio non vuole arrivare a una causa giudiziaria che si protrarrebbe per anni, né dovrebbe essere nell’interesse del privato finire in tribunale – ha apparentemente congelato anche tutto quello che stava accadendo alla Reggia. E non è poco.
Intanto la nomina formale del nuovo direttore generale, individuato in Giuseppe Distefano, in arrivo dal Museo della scienza e della tecnologia di Milano: confermata a inizio agosto, non è ancora stata ratificata. In più i due nuovi grandi capitoli strategici: da sei mesi è atteso l’incarico di progettazione per una nuova consistente fetta di interventi nel parco (ristrutturazioni) finanziate dalla prima parte dei 55 milioni di euro stanziati per Parco e Villa dalla Regione Lombardia per entrare nella proprietà indivisa del complesso monumentale monzese. E poi ovviamente il masterplan, il piano strategico di sviluppo di cui si attende l’incarico (da cronoprogramma) almeno da giugno – ma in questo caso una spiegazione potrebbe essere ricondotta ai rallentamenti del lockdwon.
Per ora, la protesta dei dipendenti di Nuova Villa reale, quelli che rischiano di fare le spese maggiori della situazione: appuntamento alle 15 dell’8 settembre nell’avancorte della Villa.