La voleva sposare, ad ogni costo. Gliel’ha chiesto per due anni di fila, insistentemente. E lei sempre a dire no. Prima l’ha fatto gentilmente. Poi ha cominciato a diventare insistente. Infine molesto e persino violento. Un “assedio” terminato mercoledì notte quando i vicini di casa della vittima dello stalker, una 49enne, udite le urla strazianti della donna, aggredita dall’eterno spasimante, hanno dato l’allarme. Sono intervenuti i carabinieri della aliquota radiomobile di Vimercate e per l’aggressore, un 62enne, è scattato l’arresto.
La vicenda ha avuto luogo nella frazione Colnago. Protagonisti due cittadini di origine cingalese. W.S.T., lo stalker, è finito agli arresti domiciliari mentre la donna, che ha rimediato una serie di contusioni, medicata all’ospedale di Vimercate è stata dimessa con una prognosi di 5 giorni.
Raggiunta la caserma dei carabinieri ha ricostruito i suoi due anni di angoscia. Più volte aveva denunciato i soprusi del 62enne tanto che i militari l’avevano anche messa in contatto con il servizio antiviolenza per un supporto psicologico. Secondo quanto raccontato dalla donna, il connazionale aveva cominciato a circuirla nel 2014 quando era riuscito a procurarsi il suo numero di cellulare. E aveva iniziato a bersagliarla di telefonate a senso unico: «Ti voglio sposare» le diceva.
Di fronte ai perentori rifiuti della donna, il 62enne non si è perso d’animo. Anzi. Dalle telefonate è passato ai pedinamenti e agli appostamenti sotto l’abitazione della vittima e nel luogo di lavoro. Sempre con la scusa di volerle parlare. Lei ha sempre rifiutato ogni approccio.
Allora W.S.T. è diventato violento: l’ha screditata e insultata pubblicamente, si è presentato ubriaco a casa sua e si è attaccato al campanello ed è arrivato a farle fino a 100 telefonate aò giorno. Poi durante un pedinamento ha tentato di aggredirla mettendole le mani al collo. In quell’occasione è stata salvata da un passante. Non è servito a nulla neppure cambiare numero di telefono: lui ha continuato ad assediarla con e-mail, lettere e bigliettini sul parabrezza dell’auto. Niente di romantico: spesso i messaggi erano intimidatori. Le ha addirittura scattato foto di nascosto per tentare di diffamarla. Di fronte alla sua strenua resistenza mercoledì è arrivato all’epilogo che solo fortunatamente non si è concluso in modo tragico.