Solo elettrico dal 2035: l’automotive trema per lo stop a benzina e diesel, le voci di Monza e Brianza (e il sì definitivo slitta)

Solo motori elettrici dal 2035: l'automotive trema per lo stop a benzina e diesel, le voci di Monza e Brianza (e il sì definitivo slitta).
Auto elettriche - Image by senivpetro on Freepik
Auto elettriche – Image by senivpetro on Freepik

Lo stop alla vendita di motori termici benzina, diesel e ibridi dal 2035 era arrivato dal Parlamento Europeo il 14 febbraio in assemblea plenaria, approvato con 340 voti a favore e 279 contrari (21 gli astenuti). Non senza critiche, anche dall’Italia.

Proprio l’opposizione dei paesi contrari (anche Polonia e Germania) ha portato al rinvio a data da destinarsi dell’approvazione definitiva del provvedimento. La votazione finale, ultimo passo formale, sarebbe stata in programma in una riunione del Consiglio dell’Unione europea il 7 marzo. La votazione è stata rinviata.

Solo elettrico dal 2035: i pareri contrari

Continua quindi il dibattito. Dopo il sì del Parlamento, qualcuno ha prospettato una possibile correzione di rotta da qui al 2035. Tra questi c’è anche, per esempio, Romano Prodi, uno che conosce bene l’Europa: l’ex Presidente del Consiglio pensa che questa scelta adottata in nome dell’ambientalismo, finirà con assicurare un vantaggio a Cina e Stati Uniti. E poi, come è stato fatto notare da più parti, le difficoltà legate allo smaltimento delle batterie, non sarebbero propriamente in linea con la filosofia «green» alla base di questa svolta epocale. E anche se ci fosse un riesame europeo della situazione nel breve, cioè nel 2025, diventerebbe complicato indirizzare nuovamente le ricerche e gli studi verso il miglioramento del motore endotermico, al momento dato per condannato in via definitiva.

Solo elettrico dal 2035: il comparto automobilistico

Già nel febbraio 2022 Federmeccanica e Fim Fiom Uilm avevano sottoscritto un documento unitario per evidenziare la necessità di salvaguardare l’occupazione nel comparto automobilistico. I dati dicono che la filiera dell’automotive è concentrata per il 33,5% in Piemonte, per il 27,4% in Lombardia (che già nel 2022 aveva firmato un patto tra regioni di Germania, Francia, Spagna e Slovacchia) e per 10,2% in Emilia-Romagna. L’industria automobilistica nazionale vale oltre 160mila posti di lavoro. personale. Federmeccanica e sindacati stimavano allora che, senza interventi di politica industriale, i posti a rischio sarebbero stati circa 73mila.

Solo elettrico dal 2035: e la Brianza? L’automotive in provincia

E la Brianza? La data del 2035 per il propulsore elettrico ha messo in allarme l’intera filiera dell’automotive, che pure nella provincia di Monza e Brianza ha un peso consistente, in termini di uomini, imprese, progetti, prospettive e fatturati.

«Nel nostro territorio – spiega Pietro Occhiuto, segretario generale Fiom Cgil Monza Brianzail comparto metalmeccanico occupa circa 40mila addetti. Di questi, ritengo che oltre 10mila lavorino per il settore dell’auto».

La STMicroelectronics di Agrate, la realtà industriale più importante di Monza e Brianza, è impegnata anche nell’automotive. E solo qui l’organico è composto da 5mila persone. E poi ci sono le bullonerie e le imprese che realizzano componentistica.

«Al momento – aggiunge Occhiuto – nessuna azienda ci ha manifestato situazioni di crisi, non ci sono richieste di cassa integrazione. Anzi, qualche azienda metalmeccanica del territorio si sta già adeguando alla produzione dei motori elettrici. Ma qualche preoccupazione per questa transizione ecologica c’è, perché qui numerose imprese dovranno ripensare prodotti e strategie. Tutte le componenti che servono a far funzionare il motore a scoppio, nel motore elettrico non esistono».

«Anche per questo motivo – conclude Occhiuto – abbiamo chiesto al Governo un piano chiaro per affrontare questa fase di cambiamento. L’industria va messa al centro dell’attenzione».

Solo elettrico dal 2035: non solo il comparto metalmeccanico

Le conseguenze dell’ormai programmato passaggio di consegne tra il tradizionale motore a scoppio e il silenzioso propulsore elettrico, dunque, vanno studiate con grande anticipo. Perché questa rivoluzione annunciata coinvolgerà non solo il comparto metalmeccanico.

«La produzione delle auto attuali – conferma Ermanno Donghi, segretario generale della Filctem Cgil Monza e Brianzainteressa le imprese di altri tre settori: gomma-plastica, tessile e vetro».

Gli occupati in Brianza dovrebbero essere complessivamente circa 4mila. Ci sono imprese tessili impegnate nella fabbricazione dei sedili e unità produttive che sviluppano filato di vetro, utilizzato per la produzione dei paraurti e dei telai. «Alcuni componenti – conclude Donghi – vengono realizzati qui e poi esportati in Cina per la produzione di motori elettrici. Ma perché questi motori non possiamo fabbricarli noi qui?».