Smog, torna a Monza ma le sembra di essere rimasta a Shangai: “Tosse e occhi che bruciano”

Tornata a casa le sembra di respirare l'aria della città cinese dove ha vissuto per quattro anni
Revocate in Lombardia le misure anti inquinamento

Scende dall’aereo e si guarda in giro. Respira. Ma quella che inala non è l’aria che si sarebbe aspettata di trovare in Italia. La fa tossire, le bruciano gli occhi. È atterrata a Malpensa dagli Stati Uniti ma le sembra di essere di nuovo a Shanghai, dove ha vissuto per quattro anni e dove i livelli di inquinamento dell’aria spesso rendevano normale l’utilizzo della mascherina. Succedeva prima della pandemia e gli amici e i familiari di stanza a Monza guardavano perplessi quelle fotografie che arrivavano dal capo opposto del globo. «In giornate così dovreste indossarla anche voi: come fate a non accorgervi di quanto sia cattiva? Non siete preoccupati?». Indica una schermata sullo smartphone: è quella dell’app che monitora la qualità dell’aria. Imposta la ricerca su Monza, che viene contrassegnata da un arancione scuro. Non è ancora il rosso di Shanghai, ma poco ci manca. «Se fossimo in Cina, con questi livelli gireremmo tutti con la mascherina».

A Monza il parco non riesce a mitigare il pm10 e pm2.5

Invece siamo a Monza e nemmeno il polmone verde del parco riesce più a mitigare livelli di pm10, di pm 2.5 e degli altri inquinanti che avvelenano l’aria. La perturbazione degli ultimi giorni ha solo rimescolato le carte in tavola, niente di più: le precipitazioni, sempre troppo scarse, hanno solo parzialmente ripulito un’aria definita a più riprese “scarsa” da Arpa e “poor” dall’app European Air Quality dell’Agenzia europea per l’ambiente. Dati alla mano, le stime degli ultimi dieci giorni pubblicate dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente indicano nell’area di Monza per valori di pm10 ben superiori al limite di 50 microgrammi al metrocubo in cinque diverse giornate, con un picco di 76 microgrammi il 22 febbraio. I valori di pm2.5 sforano il limite di 25 microgrammi al metrocubo in sei giornate, con un picco di 46 sempre il 22 febbraio. Migliori i dati che riguardano i livelli di biossido di azoto: per una loro valutazione complessiva a breve saranno disponibili anche i dati della campagna “NO2, no grazie!”, promossa dall’associazione Cittadini per l’aria a livello nazionale e dal comitato Monza aria pulita.