Per la bonifica dei terreni, contaminati da diossina, su cui dovrà passare la tratta B2 di Pedemontana, la società presieduta dall’ex pm Antonio Di Pietro intende aprire un contenzioso per rivalersi sulla Givaudan. La certezza si è avuta giovedì mattina quando l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi ha risposto ad un’interrogazione protocollata dal consigliere regionale Gianmarco Corbetta (Movimento 5Stelle) in cui quest’ultimo chiedeva di conoscere una stima dei costi complessivi di bonifica e quali soggetti avrebbero dovuto farsene carico. I risultati degli ultimi carotaggi, effettuati tra maggio e giugno e inviati il 22 settembre da Pedemontana al Pirellone e validati da Arpa, hanno messo in luce un inquinamento dei terreni diffuso da Meda a Bovisio.
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Per l’esattezza, su 387 campioni analizzati, sono stati rilevati 68 superamenti di diossina oltre il limite di legge per le destinazioni a verde e residenziale e 5 superamenti di diossina oltre il limite commerciale e industriale. «L’assessore Terzi ha spiegato che non esiste ancora una stima dei costi di bonifica – sottolinea Corbetta – e che il Cipe non ha previsto stanziamenti specifici. Ha, poi, aggiunto che Pedemontana aprirà un contenzioso per rivalersi per il pagamento delle bonifiche, inizialmente stimato dai giornali in 40 milioni di euro, sulla società Givaudan che nel 1976 controllava l’Icmesa, azienda responsabile del disastro di Seveso. Pedemontana dovrà, quindi, portare avanti la bonifica a proprie spese – puntualizza – per poi rivalersi sulla Givaudan e rientrare della costi. Mi chiedo, però, come Pedemontana potrà anticipare tali fondi, visto lo stato fallimentare in cui versa».
«Il contenzioso con la Givaudan durerà anni e ciò contribuirà a rinviare la risoluzione del problema – riflette il sindaco di Seveso Paolo Butti – E se intraprendere una tale azione contro la Givaudan per le mancate bonifiche fosse così semplice, ci avrebbero già pensato i sindaci».