Seregno, una cerimonia celebra il giorno del Ricordo dei martiri delle foibe

L'appuntamento si è svolto in via Reggio, davanti alla stele che fa memoria di Norma Cossetto. Il sindaco Alberto Rossi ha svelato un aneddoto risalente al 1947
La foto di gruppo al termine della cerimonia

Seregno ha celebrato sabato 10 febbraio la ricorrenza del giorno del Ricordo dei martiri delle foibe con una cerimonia, ospitata come consuetudine ormai consolidata dal parco di via Reggio intitolato ai fratelli Elia ed Antonio Longoni, caduti in battaglia durante la prima guerra mondiale. Nell’area verde si trova infatti una stele, che fa memoria di Norma Cossetto, figura simbolo del dramma consumatosi nelle terre di confine con la Jugoslavia, con i massacri perpetrati dai partigiani titini e l’esodo giuliano dalmata.

Giorno del Ricordo: il no all’accoglienza dei profughi da Pola

Il pubblico ascolta l’intervento del sindaco

Dopo l’omaggio floreale alla stele di Cossetto, il sindaco Alberto Rossi ha svelato l’esistenza nell’archivio comunale di un carteggio risalente al 1947 tra il prefetto di Milano e Giovanni Colombo, primo cittadino dell’epoca. Il prefetto chiese a Colombo la disponibilità ad accogliere in edifici pubblici i profughi in arrivo da Pola, possibilità che Colombo negò, per la mancanza di spazi. «Non sappiamo quanto in questo diniego -ha sottolineato Rossici sia stata fatica umana o il fastidio che, per decenni, ha accompagnato la storia dei profughi». Il sindaco, che in parallelo ha evidenziato la generosità con cui invece, in un’epoca più recente, la città ha dato ospitalità ad oltre quattrocento profughi ucraini, ha infine evidenziato che «siamo qui per riannodare i fili del passato con il presente e provare a rendere giustizia alla memoria del passato, per guardare al futuro con un nuovo spirito».

Giorno del Ricordo: l’invito alla memoria di Diego Formenti

Per parte sua, Diego Formenti, vicepresidente della sezione di Monza e Brianza dell’associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia, ha aggiunto che «tutto cominciò nell’autunno del 1943, poi seguirono le uccisioni generalizzate alla fine del conflitto bellico. Vorrei insistere sul valore dell’istituzione del giorno del Ricordo, che ha fatto conoscere una realtà della storia italiana. Negare, giustificare o ridimensionare quanto patito è una nuova forma di violenza».