Dopo la notizia della nuova tranche di indagini della Procura di Monza che riguarda il gruppo Aeb-Gelsia per ipotesi di corruzione e turbativa d’asta, mercoledì 7 febbraio sono arrivate la dimissioni dei vertici della multiservizi. Il primo a lasciare la carica è stato Francesco Giordano presidente di Gelsia Srl poi sono arrivate le dimissioni del presidente di Aeb, la capogruppo, Alessandro Boneschi e di Gelsia Ambiente, Massimo Borgato. La guida delle singole società è a questo punto affidata temporaneamente, da statuto, ai consiglieri anziani.
Il nuovo filone d’indagine dei pm monzesi riguarda dunque il gruppo Gelsia, la più importante municipalizzata della Brianza che gestisce la fornitura di gas ed energia elettrica, oltre alla raccolta dei rifiuti, in una trentina di comuni tra le province di Monza, Como e Milano servendo circa 450mila abitanti, e più di 6mila imprese. Una struttura da 600 dipendenti (che ha anche uno sportello a Monza) costituita da 3 società: Gelsia srl, Gelsia Ambiente e RetiPiù srl.
Gli accertamenti dei pm brianzoli e dei carabinieri della compagnia di Desio riguardano, secondo quanto emerso, i vertici del gruppo: il presidente di Gelsia srl, Francesco Giordano, il presidente di Aeb spa, Alessandro Boneschi, l’ex presidente di AEB, Maurizio Bottoni, il presidente di Gelsia Ambiente srl, Massimo Borgato, l’ex membro del consiglio di amministrazione di AEB, Gabriele Volpe, e il direttore generale di Gelsia Ambiente, Antonio Capozza.
Si tratta del terzo capitolo dell’indagine che a settembre ha portato agli arresti domiciliari l’allora sindaco di Forza Italia Edoardo Mazza per presunti rapporti illeciti con Antonino Lugarà, costruttore calabrese legato, secondo le accuse, ad esponenti della ‘ndrangheta attivi tra Senago e Limbiate, e che ha provocato lo scioglimento della giunta in carica. Per quanto riguarda Gelsia, la cui sede si trova proprio a Seregno, i reati ipotizzati vanno, anche in questo caso, dalla corruzione alla turbativa d’asta.
Anche se il contenuto delle contestazioni resta coperto dal segreto istruttorio, la notizia dell’esistenza di un nuovo fronte di inchiesta è trapelata dopo che la procura ha inviato una serie di avvisi di proroga delle indagini a vari dirigenti, tra i quali spicca, appunto, Francesco Giordano, presidente di una delle società del gruppo. Nel registro degli indagati compare anche l’immobiliarista Giorgio Vendraminetto, il cui nome è venuto alla luce anche in relazione alla seconda tranche dell’inchiesta su alcune pratiche edilizie sospette gestite dal comune brianzolo.
Sotto la lente dei magistrati sarebbero finiti alcuni appalti sospetti, a partire da un immobile in via Colzani, a Seregno, acquistato da Aeb per trasferirci una farmacia comunale, e che sarebbe stato pagato a Vendraminetto per una cifra eccessiva. Operazione formalizzata da un compromesso di vendita sottoscritto nel 2013, e che era stata fortemente criticata dalla cittadinanza e dai banchi del consiglio comunale, visto che la farmacia si sarebbe dovuta trasferire da un luogo facilmente accessibile, al primo piano di uno stabile che ospitava un centro medico, senza ingresso autonomo, e con forti limitazioni per i portatori d’handicap. Progetto che alla fine non è andato in porto. Solo uno degli aspetti su cui la procura (che starebbe facendo verifiche anche su una serie di assunzioni sospette) ha acceso un faro.