Ancora un nulla di fatto. Anche la seconda udienza preliminare sull’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, in merito alla quale i sostituti procuratori Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio hanno chiesto il rinvio a giudizio per turbativa d’asta e turbata libertà nella scelta del contraente di sei persone (Alberto Rossi, sindaco di Seregno, Giuseppe Borgonovo, all’epoca dei fatti assessore comunale alle partecipate, Alfredo Ricciardi, segretario comunale, Loredana Bracchitta, già presidente di Aeb, Giovanni Valotti, già presidente di A2A, e Pierluigi Troncatti, partner di Roland Berger) si è conclusa venerdì 28 giugno senza una decisione da parte del Gup del tribunale di Monza Elena Sechi, che ha aggiornato le parti a venerdì 20 settembre. Questo per valutare le richieste di costituzione come parti civili pervenute alla sua attenzione ed un’istanza del legale di Giovanni Valotti, che ritiene che la competenza territoriale sulla vicenda sia di Milano e non di Monza.
Aeb-A2A: il merito delle contestazioni
Come è noto, le contestazioni derivano dalla mancata indizione di una procedura ad evidenza pubblica da parte del Comune di Seregno, finalizzata alla scelta del socio privato di Aeb, individuato invece in A2A, sulla scorta di quella che è stata ritenuta una proposta infungibile, per consentire ad Aeb di rimanere competitiva sul mercato in un frangente difficile come l’attuale. L’intento degli attori dell’operazione, secondo la procura monzese, sarebbe stato quello di favorire A2A, attraverso una sopravvalutazione dei suoi asset, con un danno in capo ad Aeb superiore ai 60 milioni di euro.