La procura della Repubblica di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di turbativa d’asta, per le sei persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sull’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, condotta dai sostituti procuratori Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio. Gli interessati sono Alberto Rossi, sindaco di Seregno, Giuseppe Borgonovo, all’epoca dei fatti assessore alle partecipate, Alfredo Ricciardi, segretario comunale di Seregno, Loredana Bracchitta, già presidente di Aeb, Giovanni Valotti, già presidente di A2A, e Pierluigi Troncatti, partner di Roland Berger.
Aeb-A2A: Rossi e Borgonovo hanno recepito supinamente le indicazioni
In particolare, a Rossi e Borgonovo è contestato di «aver supinamente recepito tutte le indicazioni provenienti dai coimputati, intese ad escludere la gara ad evidenza pubblica per l’integrazione delle due società, in violazione all’articolo 17 comma primo del decreto legislativo del 19 agosto 2016, numero 175, fraudolentemente impedendo all’opposizione in sede di consiglio comunale di Seregno di conoscere tutta la documentazione relativa sia alla valorizzazione degli asset sia alla procedura da adottare, tanto da determinare l’intervento del Tar della Regione Lombardia» e di «avere, nonostante le varie pronunce del Tar, del consiglio di Stato e della corte di cassazione, mantenuto in essere quanto già illegittimamente deliberato circa l’integrazione societaria ed industriale, omettendo di procedere con la prevista e legittima evidenza pubblica». In più, Rossi è accusato di essere intervenuto «su sollecitazione di Bracchitta, presso il Comune di Bovisio Masciago, tramite il segretario provinciale del Pd Luigi Ponti, al fine di eliminare dall’ordine del giorno del consiglio comunale datato 28 novembre 2019 qualsiasi riferimento all’adozione dell’evidenza pubblica con riguardo alla più volte citata integrazione societaria». Ricciardi, dal canto suo, è tacciato di avere «in data 14 aprile 2020, avvallato con parere favorevole la procedura illegittima adottata».
Aeb-A2A: la Procura contesta un danno di 60 milioni per Aeb
Secondo la procura della Repubblica di Monza, gli imputati hanno operato per «condizionare la scelta del contraente, per realizzare una integrazione societaria ed industriale al solo scopo di favorire la società A2A, con le seguenti modalità: sopravvalutazione degli asset di A2A, al fine di attribuire ad A2A valori di concambio superiori a quelli diversamente ottenibili attraverso una valutazione conforme alla realtà oggetto di esame, con conseguente impatto anche sulla misura dei dividendi futuri, a beneficio di A2A, con un danno complessivo per Aeb pari ad una somma non inferiore a 60 milioni di euro, nonché attraverso l’omessa valorizzazione di un premio di maggioranza a favore di Aeb, di entità non inferiore a 5 milioni 700mila euro».