Seregno, la delibera per l’operazione tra Aeb ed A2A non è mai stata trasmessa all’Anac

La circostanza è emersa nella seduta del 20 marzo del consiglio comunale. Giordano di Fratelli d'Italia ha ipotizzato un reato, per il segretario comunale Ricciardi c'è stato un inadempimento
La sede di Aeb in via Palestro a Seregno

La delibera approvata dalla maggioranza di centrosinistra nella convocazione del consiglio comunale di Seregno del 20 aprile 2020, con cui è stato dato mandato al sindaco Alberto Rossi di votare nell’assemblea dei soci di Aeb l’integrazione societaria con A2A, non è mai stata trasmessa all’Anac, l’autorità nazionale per l’anticorruzione, nonostante un passaggio dello stesso testo lo prevedesse in modo esplicito. È quanto è emerso nella seduta del parlamentino locale mercoledì 20 marzo, quando il vicesindaco William Viganò, titolare della delega alle partecipate, ha risposto ad un’interrogazione di Francesco Giordano, capogruppo di Fratelli d’Italia. «La delibera -ha confermato Viganònon è mai stata trasmessa all’Anac, che poi l’ha acquisita da altre autorità, dopo l’avvio dell’inchiesta, oltre ad averla ricevuta da qualche Comune socio». Il riferimento è stato ovviamente all’indagine per turbativa d’asta e turbata libertà nella scelta del contraente, condotta dalla procura della Repubblica di Monza, che venerdì 5 aprile vivrà un suo passaggio fondamentale con l’udienza preliminare, che deciderà il rinvio a giudizio o meno delle sei persone indagate (il sindaco Alberto Rossi, l’assessore Giuseppe Borgonovo, il segretario comunale Alfredo Ricciardi, Loredana Bracchitta, già presidente di Aeb, Giovanni Valotti, già presidente di A2A, e Pierluigi Troncatti, partner di Roland Berger), cui viene contestata la mancata indizione di una gara per l’individuazione del socio privato di Aeb ed un danno in capo alla stessa di oltre 60 milioni di euro, a causa di un’errata valutazione degli asset conferiti.

Aeb: la rabbia di Francesco Giordano

«Quella seduta -ha replicato Giordanosi svolse in videoconferenza. Ricordo che il segretario comunale mostrò una serie di slide, indicando che la delibera sarebbe stata trasmessa all’Anac. Nel deliberato c’è scritto che il testo sarebbe stato inviato e che anche Aeb sarebbe stata invitata a farlo a sua volta. Questa non è una semplice negligenza. Il punto dirimente era l’infungibilità della proposta arrivata da A2A, sulla quale l’Anac avrebbe potuto dare una risposta». Giordano ha ipotizzato per questo il reato di falso ideologico o abuso d’ufficio, a carico di chi non ha trasmesso l’atto. «Voglio sapere di chi è la responsabilità -ha proseguito poi nel suo attacco-: di un funzionario? Di un politico? Qualcuno ha fatto pressioni?». Per parte sua, il segretario comunale Alfredo Ricciardi, che è rimasto in aula, pur essendo indagato, perché il punto all’ordine del giorno non contemplava delibere da approvare, ha escluso la sussistenza di reati: «La delibera dice che, dopo l’approvazione, ci sarebbe stato l’invio all’Anac. Siamo di fronte ad un inadempimento. Del resto, si trattava di una trasmissione e non di una richiesta di parere». Il capogruppo di Fratelli d’Italia qui ha dissentito: «Spero che non vengano ravvisati reati, ma si può parlare di inadempimento? L’amministrazione, a garanzia di chi aveva approvato la delibera, spiegò che sarebbe stata inviata all’Anac. Io voglio sapere di chi è la responsabilità. Mi aspetto che, nel prossimo consiglio, l’assessore ci illustri chi avrebbe dovuto farlo. Il mio sospetto è che vi sia stata un’interferenza. L’Anac avrebbe potuto ritardare l’operazione o metterla in forse…». Giordano ha inoltre chiesto che dell’accaduto venga informata la procura della Repubblica.

Aeb: anche i patti parasociali sotto la lente d’ingrandimento

Un’altra interrogazione dello stesso esponente di Fratelli d’Italia ha poi fatto emergere una seconda sorpresa sull’argomento. «I patti parasociali -ha incalzato Giordanoprevedono riunioni semestrali con i soci, per fare il punto della situazione e raccogliere le loro indicazioni. Sono state convocate?». Il vicesindaco Viganò in questo caso ha chiarito che, fino al 20 novembre scorso, data di presentazione della richiesta, riunioni non ne erano state calendarizzate. «La prima conferenza si è svolta ieri -ha continuato l’assessore-, con numerosi presenti. Abbiamo parlato anche del progetto del banco dell’energia, a vantaggio dei meno abbienti. Ora ci rivedremo a breve». L’assunto ha scatenato Giordano: «Io se fossi al suo posto mi vergognerei come un ladro. Nessuno ha trasmesso la delibera all’Anac, nessuno si è fatto carico del rispetto di quello che prevedono i patti parasociali a vantaggio del Comune di Seregno, mentre A2A è sempre molto puntuale quando si tratta di punti a suo favore. In 3 anni non è stata fatta alcuna riunione. L’azienda è stata abbandonata al suo destino. Questa è incapacità». Ed ancora: «Viganò è l’agnello sacrificale della giunta. Gli hanno assegnato una delega per trasferirgli i problemi. Siamo di fronte ad una totale incapacità. La mia non è una dissertazione politica. Il Partito democratico ha al suo interno un uomo come Luigi Brivio, che ha presieduto Aeb e che ha sempre fatto gli interessi dell’azienda, svolgendo al meglio il suo incarico. Pur essendo mio avversario politico, io non l’ho mai criticato ed anzi l’ho sempre rispettato». Nella lunga discussione, Giordano ha anche criticato l’assenza del sindaco Alberto Rossi: «Esce dall’aula quando si affronta questo argomento, a causa dell’indagine. Ma poi annuncia sui social network che il Comune di Seregno si è costituito parte civile nel processo, con post che scatenano tanti commenti a suo sostegno. Bisognerebbe rispolverare l’associazione degli apoti, coloro ai quali non la si dà a bere…».