Seregno: il Levi per le donne dell’Iran, striscione e progetto video

Con una lettera alla comunità del Primo Levi di Seregno, il dirigente Massimo Viganò ha invitato a sostenere le donne dell'Iran. E l'istituto ha risposto.
Seregno Levi striscione per donne Iran
Seregno Levi striscione per donne Iran

Con una lettera indirizzata alla comunità del Primo Levi di Seregno, il dirigente scolastico Massimo Viganò ha inteso sensibilizzare gli studenti a produrre parole e azioni a sostegno delle giovani, degli studenti, delle studentesse universitarie e strati sempre più ampi di popolazione che in Iran, in queste settimane, stanno lottando per difendere diritti che in occidente vengono dati come acquisiti ormai da decenni.

Seregno: il Levi per le donne dell’Iran, la lettera del dirigente alla sua comunità

“Le proteste sono iniziate con l’uccisione di Masha Asani, la 22enne trovata morta lo scorso 16 settembre nella cella del carcere dove era stata rinchiusa poche ore prima, per aver indossato il velo in modo non conforme alle regole della repubblica islamica – ha scritto il dirigente Viganòda allora sono state uccise dalle squadre armate della polizia morale almeno 60 persone e migliaia di iraniane e iraniani sono stati arrestati. Assistiamo in Iran manifestazioni che si fanno sempre più ampie, a testimonianza che l’istinto insopprimibile degli esseri umani è volto alla ricerca della propria libertà. Libertà è una parola che si declina in una serie di definizioni e di sfumature le più varie ma, in qualche modo la si consideri, libertà significa ricerca e conquista di diritti”.

In un altro passaggio ha proseguito così: “La rivendicazione di una ragazza che vuole essere libera di portare o meno il velo deve essere vista anche come testimonianza di chi lotta per i diritti universali. Masha è morta per gridare a tutti che i diritti, i diritti delle donne in particolare, sono stati conculcati nel passato, conquistati recentemente e sempre minacciati. Non possiamo dare per scontato che, anche nella nostra parte del pianeta, nel ricco occidente, essi saranno sicuri per sempre. Anzi, credo che bisogna sempre essere vigili per affermare e testimoniare che lottare per un diritto è sacrosanto. Spero che questo mio pensiero possa essere condiviso da tutta la comunità del Levi e , in particolare, dagli studenti nelle cui mani riposa il futuro dei diritti civili del nostro Paese”.

Seregno: il Levi per le donne dell’Iran, le docenti che hanno raccolto l’appello

Uno scritto che ha colpito in particolare la sensibilità delle docenti Nicoletta Campaci di inglese e Paola Carugati di sostegno, che discutendone coi loro studenti hanno trovato un’adesione ampia, spontanea e convita nelle classi 3P, 3N e 5P indirizzo Cat. Ne è nato un progetto che è stato sviluppato e concretizzato con uno striscione esposto alla visione del pubblico sulla recinzione esterna dell’istituto sul quale a gradi caratteri è stato scritto “Respect human rights. Human: rights don’t need a dresscode. Injustice anywhere is a threat to justice everywhere. Woman freedom”. Ovvero un appello a rispettare i diritti che non richiedono un dresscode, riferito al velo non indossato correttamente che ha portato alla morte di Amini.

Seregno: il Levi per le donne dell’Iran, gli studenti e il progetto verso il 25 novembre

Gli studenti hanno poi pubblicamente pronunciato il loro pensiero: “Abbiamo iniziato un lavoro di riflessione sui diritti umani che noi diamo per scontati, mentre in altri paesi del mondo non sono garantiti, come in Iran da dove tutto è partito. Il lavoro è stato realizzato a partire da vari articoli di giornale da cui abbiamo preso ispirazione per discutere dei diritti umani. Pensiamo che la verità sia un bene da difendere e tutelare, in tutte le sue forme. Non si parla solo di libertà ma di ogni diritto umano come l’uguaglianza tra uomo e donne, matrimoni che coinvolgono bambine, violenza domestica e in particolare la violenza sulle donne che tratteremo in occasione del 25 novembre”.

Seregno: il Levi per le donne dell’Iran, un video e il taglio di una ciocca di capelli

Sono sempre molto toccata su tutto ciò che riguarda i diritti umani e civili. Ho due figli e capisco queste situazioni – ha affermato la docente Nicoletta Campaci ho proposto alle mie classi del triennio questo progetto, abbiamo analizzato articoli di giornale in lingua inglese, discusso all’interno delle classi dell’argomento e progettato un video i cui contenuti saranno sia quello che è successo in Iran fino ad arrivare alla giornata contro la violenza alle donne. Durante la registrazione tutti si taglieranno una ciocca di capelli. Il video sarà poi trasmesso all’interno dell’istituto”.