Seregno, Dell’Orto festeggia i 90 anni di attività con un contributo di 500 euro a tutti i dipendenti

Il gruppo, che oggi ha la sua sede operativa a Cabiate ed altre sedi in India ed in Cina, ha voluto così sottolineare il ruolo delle maestranze, da sempre ritenuto fondamentale
Da sinistra, Davide, Luca ed Andrea Dell’Orto alla festa celebrativa

«Abbiamo vissuto il traguardo dei 90 anni di attività con uno spirito positivo, consapevoli che si tratti di un passaggio importante, maturato dopo un percorso che è stato bello, ma anche segnato da difficoltà di non poco conto. Il filo conduttore di questi nove decenni è stato rappresentato dalla famiglia, oggi più ancora di prima alla testa di un gruppo che ha conservato un forte radicamento locale, ma che giocoforza non ragiona più su un solo mercato. Le due sedi in Cina e le altrettante sedi in India, oltre alla volontà di una crescita ulteriore, sono lì a dimostrarlo». Andrea Dell’Orto, vicepresidente esecutivo, inquadra in questo modo la sua soddisfazione per il novantesimo di vita della Dell’Orto Spa, storica azienda seregnese, che ormai da una ventina di anni ha la sua sede nella vicina Cabiate e che nel mondo si è fatta conoscere per la produzione di carburatori.

Dell’Orto Spa: il ruolo fondamentale della famiglia

Due delle tre generazioni che hanno guidato la Dell’Orto nei suoi 90 anni: da sinistra, Davide, Andrea, Giuseppe e Luca Dell’Orto

«Famiglia e territorio -continua Dell’Ortosono sempre stati i nostri capisaldi di riferimento. Quando penso alla famiglia, non posso non sottolineare che la generazione mia, di mio fratello Luca e di mio cugino Davide sia la terza alla guida dell’attività. Mio papà Giuseppe, che ha 82 anni, conserva la carica di presidente ed è sempre una presenza preziosa, ma ha avuto la lungimiranza di favorire il passaggio di consegne a noi leve più giovani, per giunta in un periodo di crisi come quello che abbiamo attraversato a livello globale tra il 2008 ed il 2009, che per noi ha costituito il volano per una ripartenza». Il discorso si allarga quindi ai dipendenti: «Abbiamo voluto sottolineare il traguardo dei 90 anni concedendo loro un contributo cash a testa di 500 euro, con la mensilità di maggio. Uno sforzo non da poco, se consideriamo che i dipendenti sono quasi quattrocento, ma uno sforzo che testimonia come la nostra mentalità ci spinga a considerare chi lavora per noi parte della nostra famiglia. Quando eravamo a Seregno, del resto, le persone assunte erano quasi tutte seregnesi, ma anche oggi, dopo il trasferimento a Cabiate, chi è alle nostre dipendenze arriva comunque dal territorio circostante». La lente si posa inoltre sul già citato territorio: «Il radicamento a Seregno ed in Brianza è sempre molto forte. Lo provano i tanti investimenti nel sociale che abbiamo effettuato. Penso al periodo del Covid, quando abbiamo sostenuto le realtà sanitarie, in primis l’ospedale San Gerardo di Monza, e le Onlus. Ma penso anche allo sport, in particolare al calcio, che in Italia è la disciplina per eccellenza, che ci ha visti protagonisti nel tempo prima con il Seregno ed ultimamente con il Monza».

Dell’Orto Spa: le prospettive dell’ex sede dismessa

L’edificio che un tempo ospitava la sede di via San Rocco, oggi dismessa

Nell’immaginario collettivo, a Seregno il nome dell’azienda rimanda alla sede di via San Rocco, ormai dismessa: «Non siamo più i proprietari, ma rimaniamo molto affezionati a quest’area. Lì abitava mio nonno, che ha avviato l’attività proprio nel cortile di casa, costruendo quindi pezzo dopo pezzo lo stabilimento che tutti conoscono e che, ancora oggi, è identificato con la nostra famiglia. In tanti, soprattutto chi abita in centro, strada facendo hanno sempre visto scandita la loro quotidianità con la sirena aziendale, che alle 8 segnava l’inizio della giornata lavorativa ed alle 17 indicava invece la sua conclusione. Ecco, pur ribadendo che il perimetro non è più nostro, ci piacerebbe che venisse recuperato con una destinazione, commerciale, residenziale o di altra tipologia, che sia in grado di dare prestigio alla città». Un’aspettativa, questa, che, senza paura di essere smentiti, riteniamo sia di tutti…