“Felici di imparare – appunti di vita per una scuola più bella” è il libro dato alle stampe, per i tipi di Ares, dal rettore del Ballerini di Seregno, don Guido Gregorini. Dal 2018, è subentrato in qualità di rettore dell’ultracentenario collegio a don Gianluigi Frova, nominato prevosto di Rho. Ordinato sacerdote nel 2003, è laureato in scienze politiche. Ha svolto il suo ministero in alcune parrocchie di Milano insegnando in diverse scuole della metropoli, collaborando anche con centro culturali. Dal 2011 svolge il suo ministero al collegio Ballerini e da due anni oltre ad occupare il ruolo di rettore, è vicario parrocchiale nella parrocchia san Giovanni Bosco di Seregno.
Seregno: un libro per insegnanti e per chi è interessato al mondo della scuola
Un libro che si legge tutto d’un fiato, molto utile per gli insegnanti che desiderano mettersi in gioco, ma anche per coloro che si interessano al mondo della scuola, tappa indispensabile nella vita e fondamento della nostra società. Alunni, maestri, professori si susseguono nelle pagine in descrizioni incisive in cui ognuno di noi può riconoscere qualcosa di sé o degli insegnanti che ha incontrato, il tutto con uno sguardo benevolo da parte di don Gregorini, talvolta anche ironico. Una sorta di voce del padre consapevole delle potenzialità dei suoi figli.
Seregno: appunti “per una scuola più bella”, i commenti
Nella prefazione alle 200 pagine la giornalista Cara Ronza ha scritto tra l’altro: “Don Gregorini aveva confezionato le sue osservazioni sulla scuola per offrirle ai docenti del collegio, un regalo d’inizio anno per partire con il piede giusto, per ricordarsi a vicenda, tra adulti che educano, l’importanza e la bellezza di un lavoro che è anzitutto una grande occasione per chi lo fa. Era una raccolta di spunti così preziosi che andava condivisa. Un libro che non contiene istruzioni per risolvere i problemi della scuola, né formule magiche per lezioni perfette, ma è carico di ragionevole speranza e fa venire voglia di affrontare l’avventura di insegnare e il rischio di educare. Ogni intuizione nasce dall’esperienza sul campo. L’autore ha messo dentro quello che ha imparato da docente, dirigente e prima ancora come alunno, la scoperta che a scuola si può trovare la felicità, nella conoscenza e nelle relazioni. Il trucco, per tutti, è tenere gli occhi e il cuore aperti, lasciarsi sorprendere e continuamente educare”.
Il monaco laico Enzo Bianchi ha scritto: “L’in-segnante è colui che fa segno, che indica l’orizzonte, che aiuta nel trovare l’oriente da dove scaturisce la luce. Proprio come l’oracolo di Delfi : “il Signore a cui appartiene l’oracolo non dice né nasconde, ma fa segno”. Esperto nella vita sa dire parole di stimolo alla ricerca , suggerisce e non impone, ma neppure tace”. Poi ha citato Adolphe Gesché : “Noi insegnanti siamo chiamati a porre gesti espressivi, portatori di senso e di vita, perché insegnare ha a che fare con il problema del senso nella sua triplice accezione di significato, orientamento, sapore-gusto. È nella ricerca del significato che si comprende la realtà, il mondo”.