Nel silenzio delle sua abitazione di via Lazzaretto a Seregno, si è spento nella mattinata di martedì 12 luglio, il pittore Giovambattista Pastorelli, 69 anni. Ha lasciato la figlia Vanessa, i nipoti Gabriel e Alessandro, la sorella Rosella e il caro amico Onello. La sua salma, prima della cremazione, sarà salutata giovedì 14 luglio alle 10 al camposanto maggiore di via Reggio.
Seregno, addio al pittore Pastorelli: arrivato giovanissimo in Brianza
Pastorelli era nato a Sant’Agata d’Esaro il 31 agosto 1952, la cittadina cosentina gemellata con Seregno. Dopo gli studi classici compiuti nei seminari di Acri Bisignano e Reggio Calabria, si era rifugiato giovanissimo in Brianza, dove ha assorbito le tecniche dei più importanti esponenti dell’avanguardia degli anni Settanta, ma soprattutto l pensiero del filosofo francese Jacques Derrida, fondatore della teoria decostruzionista. Tra i suoi maestri anche Aldo Tuis, l’interprete della pittura sociale.
Seregno, addio al pittore Pastorelli: mostre a New York, tre personali in città
Pastorelli è sempre stato una persona molto riservata. Non ha mai amato i riflettori della ribalta. Poche ma molto prestigiose le mostre a cui ha partecipato, tra cui quella in una galleria a Manhattan a New York che ospita artisti di fama internazionale, con una personale di alto livello curata nei minimi particolari, a Milano alla galleria Mazzotta (2004). Con il critico romano Floriano De Santi aveva in programma due mostre al museo provinciale di Valencia in Spagna e al museo del Lussemburgo a Parigi.
A Seregno è stato presente con tre mostre personali: in galleria Mariani nel 1986, curata da Gigi Baj, nel 2006 a cura dell’amministrazione comunale, l’ultima nel dicembre 2014 al museo Vignoli a cura della locale Mikeroart, mentre nell’estate del 2016 aveva vinto il concorso internazionale Strongoli con l’opera Petelia.

Seregno, addio al pittore Pastorelli: definito “il decostruzionista maledetto”
Pastorelli era il capostipite artistico del decostruzionismo. Dotato di spiccata personalità era stato definito dai numerosi critici che si sono occupati di lui, da Roberto Sanesi a Domenica Cara, Pier Restany, Carmelo Strano, Floriano De Santi, il decostruzionista “maledetto”. Era una persona molto buona, socievole, generosa. Artista aperto a cogliere le positività che si possono leggere e trasmettere sulla tela. Molto bravo ad interpretare la tecnica che si fonde con l’uso poliedrico del collage.
Aveva detto poco tempo fa: “Sono sempre alla ricerca di nuove tecniche e mi impegno a non appiattirmi in percorsi che mi potrebbero portare in un vicolo cieco. Cerco sempre di rinnovarmi, pur mantenendo una linearità per quanto riguarda i fondamentali”.
Il critico Carmelo Strano durante la presentazione dell’ultima mostra a Seregno aveva ricordato che “la ricerca pittorica di Pastorelli è un termometro sempre attivo, quasi un sismografo, verso un ecosistema geografico e sociologico di cui registra movimenti e atmosfere e anche segni anticipatori. Un fatto di sensibilità sempre iperattiva e non solo di studio o esperienza. L’opera pulsa provocando godimento, anche della mente”.