La spina dorsale del centro di Seregno, corso del Popolo, ha perso la sua figura più rappresentativa, il personaggio più carismatico che l’ha caratterizzata negli ultimi sessant’anni e che ha saputo, col suo stile inconfondibile e particolare coagulare su di sé le attenzioni, essere un punto di riferimento. Una sorta di calamita.
Nella serata di sabato 16 luglio, si è spento, dopo un periodo di malattia, Sandro Galli, 81 anni. Funerale martedì 19 luglio, alle 10, in un affollato santuario di Santa Valeria, celebrato da don Giuseppe Colombo.
Addio a Sandro Galli, salutato dal picchetto del locale Gruppo Alpini
La salma successivamente cremata, all’uscita del santuario, è stata salutata dal picchetto del locale gruppo Alpini, lui che aveva prestato il servizio militare tra le penne nere. E le montagne della zona tra Grigna, Grignetta, Grignone, Bollettone, Cornizzolo, Legnone, San Primo e altre, erano una delle sue mete domenicali da solo ma più spesso in compagnia. Ha lasciato la moglie Mariella, le figlie Maria e Francesca, l’adorata nipote Mia, il fratello Eugenio.
Addio a Sandro Galli, le sue passioni
Galli era nato a Seregno il 27 aprile 1941, dopo la maturità classica al collegio Ballerini, ha proseguito la tradizione di famiglia incrementando e sviluppando l’attività dell’omonimo negozio di oreficeria-gioielleria, a cui negli anni successivi ha contribuito anche il fratello Eugenio. Era appassionato di montagna, ma anche un buon giocatore di carte, come frequentatore del tappeto verde prima al “mitico” bar Italia e successivamente al bar Zoeu, due locali a pochi passi dal suo negozio di cui era un habitué giornaliero.
Amante della buona cucina, della tazzina di caffè e grande conoscitore di whisky specie delle etichette più rinomate e pregiate. Era solito colorire le sue conversazioni con citazioni latine, per non dire di proverbi in dialetto brianzolo che introduceva con la tipica espressione “la mia nonna diceva”.
Sandro Galli era una persona intelligente, sensibile, buona, ironica, critica, spesso provocatore, ma sempre schietta e sincera, restia ai complimenti. Difficile pestargli i piedi. Nel suo agire ricordava “Le bourru bienfaisant” (il burbero di buon cuore) personaggio della commedia di Carlo Goldoni scritta in francese. Il burbero scontroso che aiuta i nipoti nei loro problemi.
Addio a Sandro Galli, presidente di Confcommercio e del Lions Club
Per la sua attività, negli anni tra gli Ottanta e Novanta, ha ricoperto anche la carica di presidente del mandamento di Seregno dell’associazione commercianti di Confcommercio. È stato tra i primi soci del Lions club Seregno Brianza, di cui è stato il sedicesimo presidente nell’anno sociale 1994-1995, succedendo nell’incarico al dottor Franco Colzani e cedendo “campana e martello” a Mario Mariani. In seno a questo club prima e dopo il ruolo di presidente ha ricoperto altri e diversi incarichi, ma quello che più prediligeva era il “cerimoniere”. Al Lions club Seregno Brianza era “l’anima critica”, non fine a se stessa, ma costruttiva che contribuiva a sbloccare e animare il dibattito quando lo richiedeva. Un fine polemista al quale poi la ragione arrideva.
Aveva una particolare simpatia per l’Arma dei Carabinieri, tanto da aver conosciuto ed intessuto rapporti di grande cordialità con tutti i comandanti di stazione e della compagnia che si sono succeduti in piazza Prealpi. Seregno ha così perso una di quelle figure che si erano ritagliate un ruolo all’interno della società locale.