Scuola, un doposcuola per i disturbi dell’apprendimento alla media Bellani di Monza

A Monza per la prima volta un progetto finalizzato a promuovere l’autonomia, la partecipazione e l’integrazione dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento. Il doposcuola specialistico ha preso il via alla media Bellani.
Ragazzi in classe
Ragazzi in classe Radaelli Fabrizio

A Monza per la prima volta un progetto finalizzato a promuovere l’autonomia, la partecipazione e l’integrazione dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento. Il “Doposcuola specialistico per Dsa” ha preso il via all’inizio di marzo negli spazi della scuola media Bellani, di via Foscolo: tutti i lunedì pomeriggio, fino alla fine di maggio, dalle 14.30 alle 16.30 i volontari della sezione monzese dell’Associazione italiana dislessia (Aid) aiuteranno nello studio e nei compiti gli studenti Dsa.

«Per me è una vera conquista – commenta Laura Bonfanti – mio figlio frequenta la seconda media alla Bellani e la gestione dei compiti era complicata: l’Aid era operativa in altri comuni della Brianza ma non a Monza. Così, lo accompagnavo a Cesano Maderno e a Vimercate. Per un certo periodo abbiamo usufruito di alcuni spazi messi a disposizione dalla palestra Ronin di via Savonarola e dalla libreria di piazza Duomo, ma disporre di un’area strutturata era ormai una necessità. Ringrazio il dirigente della scuola, Massimo Granata, e l’intero corpo docente per la sensibilità dimostrata nei confronti di noi genitori di figli con Dsa».

I volontari di Aid hanno così iniziato ad aiutare una decina di studenti con disturbi specifici dell’apprendimento: i ragazzi si presentano agli incontri muniti di computer, cuffie e libri di testo, anche in formato digitale. «Fanno uso del servizio sia nostri studenti, sia studenti di altre scuole – spiega il dirigente Massimo Granata – La volontà di attivare il servizio è nata in seguito ad alcuni incontri avuti con i genitori. La scuola ha deciso di prestare attenzione al bisogno. Più che di un doposcuola si tratta un momento in cui si aiutano i ragazzi ad acquisire particolari strategie utili al loro apprendimento. I volontari dell’associazione si preoccupano anche di rafforzare in loro la motivazione e la voglia di studiare.

Il disturbo specifico dell’apprendimento, come dice la parola stessa, è un disturbo. Non un handicap. Gli studenti riescono a raggiungere perfettamente gli obiettivi e i risultati previsti. Solo, per loro è necessario un percorso differente, realizzato con strumenti particolari. Per questo – conclude – è importante formare anche gli insegnanti: la maggior parte del lavoro, infatti, viene svolta in classe dai docenti. Docenti che devono essere consapevoli delle strategie da utilizzare». Ad ora quella del doposcuola specialistico è una sperimentazione:

«A fine anno – conclude Granata – faremo un bilancio. Cercheremo di capire come attivare il servizio anche per il prossimo anno scolastico e se estenderlo anche alla scuola primaria. Con l’associazione abbiamo firmato una convenzione e i genitori pagano un piccolo contributo per le ore di attività. Molto dipenderà anche dalla disponibilità dei volontari».