Scuola, lezioni di maturità 2017: «Affrontate l’orale con orgoglio»

Maturità 2017: l’ultimo ostacolo è l’esame orale. Per l’ultima delle “lezioni di maturità” , il Cittadino ha chiesto consigli al professor Claudio Fontana (Olivetti, Monza): «Affrontate il colloquio con orgoglio».
Monza Claudio Fontana istituto Olivetti
Monza Claudio Fontana istituto Olivetti Fabrizio Radaelli

Maturità 2017: l’ultimo ostacolo per i circa 6.400 ragazzi della Brianza impegnati nell’esame di Stato è il colloquio orale. Come prepararsi ed essere in grado di sostenere una discussione con una “platea” così importante come la commissione d’esame? Il Cittadino lo ha chiesto a Claudio Fontana, docente di storia all’istituto Olivetti di Monza.

«In primis è importante che i ragazzi affrontino la maturità con senso di orgoglio – spiega il docente- e siano consapevoli che stanno facendo una cosa importante, ottenuta con i loro sforzi. Devono voltarsi indietro e pensare agli anni passati che li hanno portati sino alla vetta. Da qui si affronta l’esame con maturità e responsabilità».

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Molti considerano questo periodo come il più difficile e sicuramente indimenticabile, come sottolinea il professore: «Credo che questo sia il momento più bello perché si denota il vero spirito di una scuola, che è una comunità. Trovare ragazzi che girano nei corridoi per parlare e confrontarsi con i docenti sugli ultimi appunti da studiare, vederli lavorare gomito a gomito è emozionante. C’è uno scambio di emozioni perché quello dell’esame di Stato è un momento particolare anche per i docenti: hanno visto crescere gli studenti, li hanno seguiti per cinque anni e in questa fase si osserva la loro crescita anche personale».

Il colloquio orale è la parte più dinamica in cui i ragazzi devono manifestare pubblicamente il proprio lavoro, le esperienze acquisite di fronte a docenti estranei.

«Certo un po’ di ansia è normale, ma è fondamentale essere responsabili – continua Fontana – Lo studio costante dà sicurezza, l’insicurezza è determinata da una preparazione non puntuale. Per questo consiglio ai ragazzi di programmare quotidianamente lo studio e di rispettare la propria “tabella di marcia”. È qui che si costruisce la propria autonomia ed emerge la capacità dello studente di organizzarsi nello studio. In questi anni ho vissuto diversi esami, mi è capitato persino di andare a recuperare una studentessa che era fuggita poco prima dell’orale per paura. Un elemento di valutazione interessante è che, alcune volte, i ragazzi più timidi e introversi hanno sciorinato un eloquio disinvolto, con grande capacità di convincere i docenti».

Tra i consigli finali, una sorta di vademecum: quando si parla in pubblico si deve sapere da dove s’inizia e dove si vuole concludere; rispettare i 10 minuti messi a disposizione per presentare la tesina: meglio dare anche indicazioni chiare sul proprio futuro; l’esposizione sicura e coerente del proprio lavoro.

«Non passate ore sui libri ora, non serve a nulla. Alzatevi presto e ripassate le materie più “impegnative”. Riposatevi un po’ e nel pomeriggio continuate lo studio con discipline più leggere», conclude il prof.