Scuola: l’ex ministro Bussetti torna a Monza come provveditore reggente

L’ex ministro dell’Istruzione del primo governo Conte torna provveditore reggente anche di Monza e Brianza, dopo essere rientrato all’ufficio scolastico di Milano lo scorso settembre.
Marco Bussetti
Marco Bussetti FABRIZIO RADAELLI

Nelle prossime settimane gli amministratori provinciali dovrebbero incontrare l’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che tornerà a Monza come reggente dell’Ufficio scolastico che ha diretto dal 2011 al 2014.

Quattro anni dopo, nel 2018, è diventato ministro dell’Istruzione per il primo governo Conte, quello con maggioranza parlamentare formata da Lega e Movimento 5 stelle, con Matteo Salvini e Luigi Di Maio vicepresidenti del consiglio: Bussetti era stato il reggente responsabile dell’ufficio scolastico provinciale della Brianza e con lo stesso incarico sta per tornare in queste settimane in sostituzione di Mavina Pietraforte in via Grigna.

Nel 2014 non era stato pubblicato il bando per trovare un suo sostituto, mettendo a rischio la stessa esistenza dell’ex provveditorato. Bussetti era passato a Milano. Nato nel 1962 a Gallarate, era stato scelto dalla Lega senza essere mai stato iscritto al partito e aveva lasciato l’incarico ministeriale nel mese di settembre del 2019, con la fine del Conte I: è laureato in Scienze motorie all’Università Cattolica, è stato allenatore, docente, preside.

Tra i progetti parlamentari approvati sotto la sua guida anche la proposta di reintroduzione dell’educazione civica come materia curricolare nelle scuole, su disegni di legge firmati dai leghisti brianzoli Massimiliano Romeo e Massimiliano Capitanio. Al termine del mandato è tornato, a settembre del 2019, alla guida del provveditorato di Milano e da lì sommerà l’incarico per Monza e Brianza.

Intervistato alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico in chiusura, sulle pagine milanesi del Giorno, aveva dichiarato di pensare a molti risultati positivi nel corso dell’esperienza da ministro. «Penso al rilancio dell’edilizia scolastica con importanti investimenti per rendere sicure le nostre scuole e al via libera all’assunzione di 40mila insegnanti di sostegno nei prossimi tre anni, senza dimenticare il nuovo esame di maturità e le ottime relazioni sindacali create in questo anno e mezzo». Come rimpianto, invece, non avere portato all’approvazione il decreto salva-precari.