«La nostra scuola è apprezzata, negli ultimi anni siamo riusciti a far partire anche il serale e abbiamo innovative idee per il futuro. Vorremmo creare un indirizzo post diploma, un Isia destinato al design». Bum: l’ex Isa, l’istituto d’arte di Monza diventato liceo Valentini che sta per celebrare il mezzo secolo di vita per il futuro guarda al passato, quello più glorioso, e sogno di rifondare un Istituto superiore per l’industria e artigianato. La scuola dove è nato il design italiano e dalla quale sono passati alcuni dei più importanti artisti della prima metà del Novecento.
A dirlo è il dirigente del Valentini, Guido Soroldoni, che aggiunge: «Monza ha tutti i presupposti per dare vita a un polo del design, abbiamo ottimi docenti che sono professionisti nel loro settore. Perché non garantire una formazione di almeno sette anni al termine della quale i ragazzi sarebbero altamente qualificati».
Intanto però servono gli spazi, a partire dal recupero dell’ex Borsa, ma forse questa volta il cielo è meno ingombro di nuvole.
«I fondi del Patto per la Lombardia dovrebbero esserci. Quei 4,5 milioni di euro sono stati impegnati per il recupero dell’ex Borsa. Ci auguriamo che ci siano, così come le condizioni per poterli usare»: a dirlo è Pierfranco Maffè, assessore all’istruzione, dopo in tentennamenti della Regione – raccolti nelle scorse settimane dal Cittadino – sulla garanzia dei finanziamenti al recupero dell’edificio di via Boccaccio.
Obiettivo: restituire al liceo artistico Valentini le aule di cui ha bisogno per l’attività didattica, salvando allo stesso tempo un pezzo irrisolto della Villa reale. In primavera l’ex sindaco Scanagatti e l’ex presidente della Provincia Gigi Ponti hanno chiesto alla Regione di assegnare una parte consistente (oltre 4 milioni) della quota brianzola del Patto firmato da Maroni e Renzi al recupero degli edifici dismessi da anni. La scelta è arrivata per sorpassare l’ostacolo dei finanziamenti per l’edilizia scolastica: il progetto per l’ex Borsa è stato messo in elenco da tre anni dalla Lombardia, ma mai finanziato realmente. Scanagatti e Ponti (viene da pensare d’intesa con la Regione) nei mesi scorsi hanno proposto di finanziare i lavori con il Patto, proprio quando la Regione ha detto: diteci d’intesa cosa volete, lo facciamo. Poi, a sorpresa nelle scorse settimane, i dubbi.
Ora Maffè riapre le speranze. «L’assessore ha sottolineato l’attenzione e la sensibilità dell’amministrazione verso il nostro istituto – ha commentato il dirigente – Ora aspettiamo che inizi l’iter burocratico per l’assegnazione dei lavori, dal bando al progetto sino all’appalto. Sperando che tutto avvenga in tempi brevi».
La scuola, in questi anni, è in continua crescita, circa il 40 percento degli iscritti sono residenti a Monza. Di pari passo con l’aumento delle iscrizioni arrivano i problemi, non ultima la questione della palestra, che non c’è: per quest’anno i ragazzi faranno attività all’interno di cascina San Fedele.
Ma, per fare tutto questo servono gli spazi. Che al momento mancano all’interno della storica struttura di via Boccaccio.
Intanto c’è un anniversario da festeggiare e per rendere onore alla storia dell’istituto d’arte gli eventi sono diversi, coinvolgendo quanti hanno vissuto tra quelle aule.
Giovedì 19 ottobre, alle 18.30 al Belvedere della Villa reale, c’è la presentazione in anteprima del libro “Una scuola nata per il domani” scritto dagli stessi professori che sono passati dalla scuola monzese e che oggi sono affermati architetti, designer, fotografi. Il volume propone una ricostruzione delle vicende della scuola, analizzando gli aspetti più importanti, raccoglie numerose testimonianze.
Uscirà il 6 dicembre, giorno dell’inagurazione della mostra-evento alla Triennale milanese. Aperta fino al 6 gennaio, verrà allestita presso l’impluvium (primo piano dell’edificio) in cui saranno esposti i lavori di alcuni dei grandi artisti che si sono formati a Monza o che hanno lavorato come docenti.
«La scuola è nata per volontà dell’allora sindaco Giacomo Nava e dell’assessore all’urbanistica Giulio Redaelli – ha spiegato Rodolfo Profumo, docente dell’istituto che ha curato il libro – perché volevano far rinascere l’Isia. Serviva una scuola che unisse la produttività brianzola con il consumo milanese. Serviva progettazione. Così vennero chiamati a insegnare i migliori professionisti di design come Michele Provinciali e di grafica come AG Fronzoni (Angiolo Giuseppe). Senza dimenticare Nanni Valentini, che dà il nome alla scuola. Solo per citarne alcuni».
Nel libro c’è una visione generale seguita da una serie di saggi su quelle che sono le specificità della scuola. Tra i tanti che si stanno impegnando per il volume anche Lino Gerosa, ex studente ed ex insegnante della scuola che ricorda: «La bellezza della scuola erano i professori che volevano colloquiare dandoci del tu, solo Fronzoni dava del lei a tutti. I docenti cercavano di trasmettere la loro esperienza, agli studenti motivati e preparati, venivano trattatati come fossero “assistenti” universitari. Ci sentivamo presi per mano e accompagnati negli studi. Quando poi sono tornato come professore ho cercato di fare come mi era stato insegnato».
Nel volume viene evidenziato come alla base del processo educativo ci sia l’attività interdisciplinare, la sperimentazione attraverso il fare concreto.
«La presentazione del libro e i festeggiamenti per i 50 anni – ha concluso Profumo – sono l’occasione per mostrare i frutti dell’investire nella scuola che avrebbe prodotto anche di più con le strutture adeguate. Abbiamo sempre avuto difficoltà, dal punto di vista edilizio, quel che è successo al Borsa ne è la prova. La storia ci insegna che il lavoro fatto in quest’edificio ha dato lustro alla città, auspichiamo che la nuova amministrazione si impegni per risolvere la situazione».
Tutti gli eventi, però, comportano delle spese e per questo è stato lanciata una raccolta fondi, per non pesare solo sulla scuola. Sul sito Schoolraising, piattaforma di crowdfunding per le scuole italiane, sono stati presentati i progetti e illustrate le finalità di questa raccolta fondi che aiuterà la scuola a sostenere la stampa del libro, la mostra in Triennale a tutti gli eventi correlati. C’è anche l’idea di due spettacoli teatrali (di cui una musicale) che avranno come interpreti persone che sono transitate dall’Isa. La campagna terminerà il 17 gennaio 2018 e si può partecipare
cliccando qui
.