“Come facciamo noi a sapere che abbiamo della realtà la visione vera, priva di distorsioni?”. La domanda è nel libro “Il grande disegno” scritto nel 2010 dal fisico teorico e astrofisico inglese Stephen Hawking e porta a Monza.
Hawking è scomparso la mattina del 14 marzo. Aveva 76 anni e nel 1963 gli era stata diagnosticata una malattia degenerativa dei motoneuroni che lo avrebbe costretto all’immobilità su una sedia a rotelle e alla necessità di comunicare dagli anni ’80 attraverso un sintetizzatore vocale.
“Non potremmo essere noi all’interno di una grande boccia di vetro e avere una visione distorta da una enorme lente?”. Domande e considerazioni erano state ispirate al celebre scienziato e al collega Leonard Mlodinow (fisico e scrittore) da un documento della città di Monza, in particolare dal Regolamento per il benessere degli animali che era stato approvato nel 2004. Quello che, in 53 punti, prevedeva anche che “i pesci rossi dovessero stare in acquari rettangolari perché nelle bocce di vetro, guardando fuori, avrebbero avuto una visione distorta della realtà”.
E quindi: “L’immagine che della realtà ha il pesce rosso è diversa dalla nostra, ma possiamo essere certi che sia meno reale?”. Prima di analizzare che “nondimeno i pesci rossi potrebbero formulare dal loro sistema di riferimento distorto leggi scientifiche che varrebbero sempre e che consentirebbero loro di fare predizioni sul moto futuro dei corpi all’esterno della boccia. Le loro leggi sarebbero più complicate di quelle vigenti nel nostro riferimento, ma la semplicità è una questione di gusto. Se un pesce rosso formulasse una simile teoria, dovremmo ammettere la sua visione come una descrizione valida della realtà”.
Dal pesce rosso alle descrizioni differenti della realtà, da Monza a Tolomeo e Platone. Anche così Stephen Hawking si è affermato tra i fisici più autorevoli, influenti e conosciuti al mondo grazie a studi sui buchi neri e origine dell’universo.
Icona della scienza, professore di Cambridge capace di parlare ai suoi studenti e al grande pubblico della tv con la partecipazione, per esempio, alla serie tv The Big Bang Theory o con un personaggio nei Simpson. Le sue ricerche sui buchi neri hanno permesso di confermare la teoria del Big Bang, l’esplosione dalla quale è nato l’universo. Una delle sue teorie più recenti formulata con il fisico Thomas Hertog, del Cern di Ginevra, prevede che l’universo “non abbia avuto un inizio e una storia unici, ma una moltitudine di inizi e di storie diversi. La maggior parte di questi mondi alternativi sarebbe però scomparsa molto precocemente dopo il Big Bang, lasciando spazio all’universo che conosciamo”.
Nato nel giorno in cui morì Galileo Galilei (8 gennaio), per una coincidenza è morto nel giorno della nascita di Albert Einstein e nella giornata in cui si celebra il pi greco (3/14).
Il tributo dell’Università di Cambridge
The Big Bang Theory