Roberto Maroni e la sua Monza, nel ricordo di alleati e avversari

Roberto Maroni è stato più di un simbolo della Lega. Il rapporto con Monza e Brianza nel ricordo di alleati e avversari.
Monza Il Cittadino Visita Roberto Maroni
Monza Il Cittadino Visita Roberto Maroni Fabrizio Radaelli

Roberto Maroni, scomparso lunedì a 67 anni, è stato più di un simbolo della Lega: cofondatore del movimento con Umberto Bossi alla fine degli anni Ottanta e rifondatore nel 2012 dopo gli scandali economici provocati dal cosiddetto cerchio magico, è stato ministro dell’Interno e del Welfare nei governi Berlusconi prima di essere eletto nel 2013 presidente della Lombardia. Dal 2018, quando ha abbandonato la politica attiva, ha incarnato la voce critica del Carroccio.

Roberto Maroni e la sua Monza: alla Brianza l’impegno nella riqualificazione della reggia

Varesino, lascia alla Brianza l’impegno nella riqualificazione della reggia, tema che ha trattato anche nel 2017 in una tavola rotonda nella redazione de il Cittadino insieme a questioni scottanti quali Pedemontana, la gestione dell’immigrazione, le crisi occupazionali.

Roberto Maroni e la sua Monza: il suo vice Fabrizio Sala

Con i suoi modi pacati Maroni ha conquistato la stima di alleati e avversari.
«Il rapporto di fiducia è sfociato in amicizia – afferma l’azzurro Fabrizio Sala, suo vice al Pirellone – con lui la Regione ha valorizzato la Villa Reale e ha iniziato a investire nell’autodromo: insieme a Bernie Ecclestone abbiamo trovato la soluzione per mantenere il Gran Premio a Monza. Siamo sempre rimasti in contatto: mi ha inviato l’ultimo messaggio il 7 novembre».

Roberto Maroni e la sua Monza: Dario Allevi

«Ho lavorato con lui da vicesindaco, da presidente della Provincia e, infine, da sindaco – spiega Dario Alleviaveva una grande competenza e una visione lungimirante: ci siamo confrontati su tante questioni tra cui l’istituzione della Questura» subito dopo il varo dell’ente brianzolo.
«Nonostante gli incarichi prestigiosi – aggiunge – è rimasto una persona semplice, genuina e ha sempre cercato di federare il centrodestra» provando ad appianare i contrasti interni alla coalizione. «Sognava – prosegue Allevi – che la Villa Reale potesse diventare patrimonio Unesco».

Roberto Maroni e la sua Monza: Roberto Scanagatti

L’ex sindaco Pd Roberto Scanagatti lo aveva conosciuto nel 1993, dopo l’exploit del Carroccio alle amministrative: «È venuto – racconta – per le trattative legate alla composizione della giunta Moltifiori. Già allora era molto disponibile e pacato: l’opposto del prototipo dei leghisti del tempo. L’ho ritrovato nel 2013 e, anche come presidente di Anci Lombardia, mi sono confrontato spesso con lui. Era una persona diretta, con il senso delle istituzioni. Insieme abbiamo firmato accordi importanti: abbiamo incluso i capoluoghi nella distribuzione dei fondi del Patto per la Lombardia e siglato l’accordo di programma con il finanziamento di 55 milioni di euro per la riqualificazione di Parco, autodromo e Villa Reale».

Roberto Maroni e la sua Monza: Marco Mariani

Un altro ex primo cittadino, Marco Mariani, lo ricorda commosso su Facebook: «È un pezzo molto importante di storia della Lega che se ne va – scrive – per un vecchio leghista come me, un profondo dolore. Se è vero che i tempi cambiano e le persone passano, è altrettanto vero che determinati valori che hanno caratterizzato la nascita della Lega non debbono essere dimenticati: nella memoria di Roberto e di quanti hanno profuso impegno e passione colmi di entusiasmo e di convinzione, vecchi e giovani leghisti devono percorrere le strade tracciate dai “Padri Nobili”, senza inversioni di rotta a volte davvero incomprensibili».

Lega Andrea Villa Roberto Maroni
Lega Andrea Villa Roberto Maroni

Roberto Maroni e la sua Monza: Andrea Villa

Il segretario provinciale Andrea Villa è tra i barbari sognanti che hanno seguito Maroni nell’operazione pulizia del 2012: «È stato il momento più difficile – ricostruisce – se il movimento si è salvato è merito suo che nel 2013 è stato eletto presidente della Regione e ha spianato la strada a Matteo Salvini».