Rimpatriato su ordine del questore un marocchino di 26 anni, appena scarcerato

Il provvedimento è arrivato dopo che l'uomo ha scontato un anno e quattro mesi per reati vari. Gli agenti della polizia di Stato lo hanno imbarcato a Malpensa
Pattuglie della Polizia di Stato
Una pattuglie della polizia di Stato

Nella giornata di venerdì 24 febbraio, su provvedimento del questore Marco Odorisio, un cittadino marocchino di 26 anni è stato definitivamente rimpatriato, mediante l’accompagnamento alla frontiera da parte degli agenti della polizia di Stato della questura di Monza e Brianza.

Questura: il percorso in Italia del nordafricano

Giunto in Italia nel 2018, il nordafricano, oltre a dedicarsi allo spaccio di sostanze stupefacenti, ha da subito commesso gravi reati predatori e contro le persone. Già nel mese di luglio dello stesso anno, cominciava a perseguitare una giovane donna tunisina, a seguito dell’interruzione di un breve periodo di frequentazione, provocata dalle continue minacce e dal danneggiamento dell’auto del marito di lei. In dicembre veniva quindi arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale e per questo sottoposto a custodia cautelare in carcere. In seguito, era più volte segnalato per la violazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, deciso a suo carico, fino a quando, nel novembre del 2020, era di nuovo arrestato per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, dopo essere stato trovato in possesso di circa 1.300 euro, di cui non sapeva giustificare la provenienza. Nel 2021, infine, veniva emesso a suo carico un ordine di cattura, per scontare la pena di un anno, quattro mesi e diciotto giorni di reclusione, per i reati commessi in precedenza. L’esecuzione avveniva in agosto.

Questura: l’allontanamento convalidato dal giudice di pace

Scarcerato il 24 febbraio, nei confronti dell’uomo è stato disposto dal questore di Monza e della Brianza Marco Odorisio l’accompagnamento immediato alla frontiera, provvedimento convalidato dal giudice di pace di Monza, il quale riteneva che la presenza del marocchino in Italia non fosse in alcun modo giustificata, non potendo lo stesso contare su un domicilio certo, né su redditi che potessero consentirgli un dignitoso inserimento nel tessuto sociale italiano. Di conseguenza, gli agenti della polizia di Stato della questura di Monza e della Brianza lo hanno accompagnamento all’aeroporto di Milano Malpensa, dove è stato imbarcato su un volo della Royal Air Maroc per Casablanca.