“È opportuno precisare che fino alla fine del 2020 la gestione delle vasche è stata in capo al Comune di Seveso che, in base alle convenzioni sottoscritte con Regione Lombardia, ha effettuato il prelievo, il monitoraggio e le analisi del percolato delle discariche”.
Lo fa sapere in una nota la Direzione Generale dell’assessorato regionale Ambiente e Clima dopo le dimissioni del sindaco di Seveso Luca Allievi per presunte irregolarità sulla situazione delle vasche di discarica della diossina a Seveso e Meda.
E poi: “Nel corso della gestione da parte del Comune di Seveso, i dati rilevati sulle analisi del percolato non hanno evidenziato la presenza di concentrazioni rilevanti di contaminanti né sono mai state evidenziate criticità particolari. Non vi sono quindi evidenze di rischio per la popolazione o per l’ambiente derivanti da tali impianti A seguito di richiesta esplicita del Comune di Seveso, Regione Lombardia, dal 2021 non ha più rinnovato la convenzione per la gestione delle vasche con il Comune, intendendola affidare poi ad ERSAF, Ente gestore del Bosco delle Querce”.
“Regione Lombardia, nel gennaio 2021 – spiega la Nota – si è fatta carico i verificare se, dopo 45 anni, le discariche necessitino di opere di manutenzione straordinaria o se il loro stato garantisce ancora i criteri di sicurezza che erano stati previsti nel momento in cui erano state realizzate. A tale scopo, Regione Lombardia, tramite ERSAF ha ricontrollato i progetti di realizzazione della discarica, ha verificato i documenti relativi alle attività eseguite dal Comune negli anni ed ha eseguito sopralluoghi per verificare lo stato e l’efficienza degli impianti a servizio delle vasche. Lo scorso 30 giugno si è svolta una riunione tra Regione Lombardia ed ERSAF per fare il punto della situazione ed è emerso che le caratteristiche costruttive delle vasche appaiono in generale rispondere a principi di buona pratica e le caratteristiche del percolato prodotto non evidenziano presenza significativa di contaminanti. Inoltre sono state fatte alcune valutazioni preliminari sulla necessità o meno di un ripristino dello strato superficiale delle discariche e su ciò che deve essere oggetto di ulteriore monitoraggio negli anni prossimi. Non emergono dunque, al momento, elementi o evidenze che giustifichino uno stato di pericolo per l’ambiente o la salute”.