C’è anche un cinquantenne di Limbiate,dirigente di una azienda specializzata in alimenti per l’infanzia tra le diciotto persone arrestate (tutte ai domiciliari) dai carabinieri del Nas per corruzione su ordine della Procura di Pisa. Secondo i magistrati toscani, alcuni informatori scientifici avrebbero convinto i medici (dodici quelli coinvolti, tra i quali due pediatri, tutti operanti in Toscana e Liguria) a prescrivere il latte in polvere a neo mamme dando loro in cambio regali per centinaia di migliaia di euro.
La formula era quella del “buono bebè”: la prima confezione di latte in polvere in regalo e poi le altre prescritte (quindi da acquistare) alle neo mamme, che spesso non avevano bisogno in quanto disponevano del loro latte, naturale. In cambio i medici avrebbero ricevuto tv, elettrodomestici, tablet e smartphone. Ma anche soldi, crociere, e viaggi con famiglia camuffati da congressi scientifici nelle più note località del mondo con l’opzione di poter riscuotere i bonus viaggi non effettuati in contanti.
Di fondamentale importanza il ruolo degli informatori, che avrebbero istruito i medici compiacenti a pubblicizzare nel modo più convincente il latte alle pazienti, ma anche la crema di riso, e poi su come ricevere i regali.