Qualità della vita 2021: balzo di Monza e Brianza al 14esimo posto in Italia

La provincia di Monza e Brianza guadagna in un anno 47posizioni nella classifica per la Qualità della vita del Sole 24 Ore e arriva al 14esimo posto.
Il centro di Monza
Il centro di Monza Fabrizio Radaelli

Una crescita da 47 posizioni in un solo anno e in un anno difficilissimo per il territorio: Monza e Brianza passano al 14esimo posto in Italia per la qualità della vita nell’indagine annuale del Sole 24 Ore. E lo fa con due dati economici significativi: al primo posto nazionale per la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti e a uno degli ultimi per la grande quantità di cassa integrazione assorbita.

Due le categorie in peggioramento, ciascuna delle quali in realtà raccoglie molti indicatori: ricchezza e consumi, dove la provincia passa al 17° posto perdendo 13 posizioni, ambiente e servizi, in cui precipita addirittura per 62 posizioni finendo al 102° posto in classifica su 107.

Nel primo caso le voci migliori, oltre alla retribuzione media da primato italiano, la spesa delle famiglie (3° posto), il prezzo medio di vendita delle case (6°), i depositi bancari (7°), quelle peggiori i debiti (106°), spazio abitativo (105°), il costo degli affitti (98°).

Sul fronte di ambiente e servizi, la Brianza è la regina negativa del Pm10 (107° posto), pessima per farmacie (106°), energia da rinnovabili (101°), indice del clima (95°), pos attivi (98°), ma in generale va raramente oltre la 40esima posizione in classifica.

Dove va bene, la provincia, è prima di tutto la demografia e società, dove guadagna 80 posti in classifica per arrivare al 21esimo in Italia: se è penultima nel numero di medici di medicina di base (106°), è 4° per mancata emigrazione sanitaria (cioè si resta nel territorio per curarsi), è 10° per laureati e altri titoli terziari, 16° per saldo migratorio (nel senso che pochi se ne vanno), 19° per anni di studio.

Bene anche cultura e tempo libero (+59 posti in classifica, 29°): territorio scarso per librerie (95°), bar (103°) e ristoranti (106°), pessimi per la spesa pubblica in cultura (95°), non brillantissimi per indice di lettura e offerta culturale (62° e 54°), la provincia vince il primo gradino del podio per verde storico, è al 12° per piscine, terme e palestre, 17° per banda ultra larga, 15° per indice di sportività, 18° per formazione continua.

E ancora, la Brianza è al 17° posto in Italia per affari e lavoro guadagnando 4 gradini in classifica, con alto tasso di occupazione (11° nazionale), nuove imprese (7°), imprese che fanno ecommerce (2°), scarsi infortuni sul lavoro (7°), anche se è frenata dalla cassa integrazione erogata (107°) e dai risultati mediocri per startup innovative e imprese giovanili (65° e 62°).

Infine, la provincia guadagna 44 posizioni in sicurezza a giustizia arrivando al 14° posto in Italia. Premiano le denunce di scomparsa di under 18 (3°), le cause civili (4°), estorsioni (8°), reati per droga (9°), anche se pesano in negativo i furti di auto (88°), i furti in casa (92°), esposti per inquinamento acustico (92°), delitti informatici (78°).

La classifica 2021 è ancora guidata da Trieste, al secondo posto però arriva Milano che guadagna 10 posizioni, terza Trento e quindi Aosta, poi Bolzano, Bologna, Pordenone, Verona e Udine, Treviso a chiudere la top 10. Prima di Monza ci sono ancora Firenze, Parma e Roma, subito dietro Siena, Venezia, Como e Belluno, mentre chiudono la top 20 Reggio Emilia e Cagliari.

La coda, dalla 100° posizione alla 107°, è composta da Caserta, Reggio Calabria, Catania, Caltanissetta, Vibo Valentia e Trapani, Foggia e infine Crotone.

“Il risultato di Milano, che già aveva vinto nel 2018 e nel 2019, non stupisce se letto congiuntamente alle performance delle altre province lombarde – spiega il Sole 24 Ore: ri-conquistano tutte diverse posizioni rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio. Nel 2020 la regione, più di altri territori, era stata particolarmente penalizzata dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari (mortalità e contagi in primis)”. L’indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore – sottolinea la testata degli industriali italiani – prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990.