L’Ufficio scolastico della Brianza ha i giorni contati: «Lunedì – annuncia Enzo Palumbo della Cgil, riferendosi al 3 novembre – a Milano sarà celebrato il suo funerale». I responsabili della Direzione lombarda dell’istruzione hanno, infatti, convocato i sindacalisti della Funzione pubblica per comunicare l’iter dell’operazione. Quel che pare certo è che il Provveditorato di Monza, mai diventato completamente autonomo, sarà smantellato: la ventina di dipendenti tornerà nel capoluogo lombardo mentre presidi, insegnanti e personale scolastico non avranno più alcun punto di riferimento sul territorio e dovranno recarsi a Milano per ogni pratica, comprese quelle pensionistiche.
«La colpa è della politica – accusa Palumbo – non ha mai fatto nulla per rendere l’Ufficio indipendente. Tutti si sono accontentati di un semplice sportello e non hanno mai preteso che fosse veramente utile per le scuole e gli insegnanti». Le graduatorie di docenti e dipendenti amministrativi, infatti, sono sempre state gestite a Milano e la Brianza non ha mai avuto elenchi separati: «Qui – incalza il sindacalista – si svolgono piccoli lavori, le pratiche più complesse vengono inviate nel capoluogo. Ora dal ministero approfittano della riorganizzazione degli ambiti territoriali per chiudere l’ufficio di Monza e a breve, probabilmente, la stessa sorte toccherà a quelli di Lecco e di Sondrio».
Gli appelli inviati a luglio a Roma dal sindaco monzese Roberto Scanagatti e dall’ex presidente della Provincia Dario Allevi e le interpellanze parlamentari bipartizan sono, dunque, cadute nel vuoto: i segnali di quel che stava accadendo, aggiunge Palumbo, erano chiari dato che a settembre non è stato pubblicato il bando per trovare un sostituto al reggente Marco Bussetti, promosso a provveditore di Milano. «A livello locale – commenta il sindacalista – si può fare poco, solo constatare lo spreco di denaro speso per allestire la struttura».