Provincia: il centrodestra chiede al sindaco Rossi un passo indietro

Il centrodestra ha domandato ufficialmente al sindaco di Seregno Alberto Rossi di lasciare il consiglio provinciale.
Il sindaco Alberto Rossi
Il sindaco Alberto Rossi

Il centrodestra ha domandato ufficialmente al sindaco di Seregno Alberto Rossi di lasciare il consiglio provinciale: la sollecitazione a dimettersi, presentata nella seduta di martedì 26 novembre , ha colto di sorpresa gli esponenti del centrosinistra, a partire proprio dal diretto interessato.

Provincia: il centrodestra chiede al sindaco Rossi un passo indietro, l’attacco della Lega

«La politica – ha affermato in avvio di seduta la leghista Elisabetta Viganòha sempre fondato il proprio operato sull’etica e sull’assunzione di responsabilità, essenziali per svolgere il proprio ruolo nelle istituzioni. L’approccio giustizialista di chi emette giudizi sostituendosi ai giudici non ci rappresenta: qui non abbiamo mai chiesto le dimissioni sulla base di un avviso di garanzia tuttavia» dopo il rinvio a giudizio per la vicenda relativa alla fusione tra Aeb e A2A il centrodestra ha invitato il sindaco di Seregno a fare «un passo indietro» in quanto ritiene «fondamentale affrontare il problema della moralizzazione della vita pubblica con serietà e rigore, senza ipocrisie».

«Non credo – ha proseguito la leghista – ci sia qualcuno in quest’aula disposto a giurare che di fronte a un fatto simile riguardante l’altra parte politica non avanzerebbe le stesse istanze». Dopo aver augurato a Rossi che «la sua vicenda si risolva positivamente» ha precisato che la sollecitazione è ispirata da «un alto senso civico».

Provincia: il centrodestra chiede al sindaco Rossi un passo indietro, il forzista Longo non si accoda

Alla domanda di dimissioni non si è associato il forzista Massimiliano Longo che, da garantista, è convinto che nessuno possa essere considerato colpevole fino alla condanna in terzo grado. Ha, comunque, criticato pesantemente l’operato del primo cittadino di Seregno e ha puntato il dito contro quelle che ha definito «responsabilità politiche e amministrative» in quanto l’aggregazione tra le due società «è stata ritenuta illegittima dal giudice amministrativo e dalla Cassazione».
«Sicuramente – ha attaccato – una maggiore lungimiranza avrebbe portato a fare scelte diverse. Il Pd e Rossi devono rendere conto ai cittadini dell’arroganza e dell’insipienza con cui la decisione è stata presa. La scelta spetta ora alla sua coscienza».

Provincia: il centrodestra chiede al sindaco Rossi un passo indietro, la difesa di Brianza Rete Comune

Attorno a Rossi hanno immediatamente fatto quadrato i rappresentanti di Brianza Rete Comune: «Gode della stima, della fiducia e del sostegno nostro e dei cittadini – ha commentato il capogruppo Vincenzo Di Paolo il rinvio a giudizio non è una condanna». «Quando si amministra si è obbligati a fare delle scelte – ha riflettuto Concettina Monguzzi e tante volte si è soli».

«Non mi aspettavo una richiesta simile in consiglio provinciale – ha ammesso Rossi amareggiato – il processo dirà se la mia condotta è stata adeguata o se c’è stato un danno per la società. Con la coscienza ho fatto i conti da tempo». Sul tavolo ha messo il «sostegno granitico» del gruppo provinciale e dei seregnesi che lo hanno riconfermato sindaco con oltre il 68% dei consensi nonostante l’accusa, poi caduta, di corruzione.

«Non accettiamo lezioni da chi non è titolato a parlare di moralizzazione della politica – hanno spiegato al termine della seduta in un comunicato gli esponenti di Brianza Rete Comuneandiamo avanti a lavorare insieme a Rossi con serenità e la forza delle nostre convinzioni».