«Dal punto di vista umano mi dispiace. So cosa vuole dire dover affrontare un processo. Io l’ho fatto da innocente, subendo un’onta mediatica negativa che in questo caso non ho visto. Ma, dal punto di vista politico, è logico che non ci si possa limitare a parlare di dispiacere». Giacinto Mariani, già sindaco tra il 2005 ed il 2015 ed oggi capogruppo della Lega, formazione che compone la minoranza in consiglio comunale, risponde così, quando gli si chiede un parere sul rinvio a giudizio del suo successore Alberto Rossi. «Quelle contestate a me -continua Mariani– erano accuse meno gravi, riferite ad una dinamica tra Comune e privato. Qui invece c’è in ballo un’azienda pubblica, che secondo la procura della Repubblica ha registrato nell’operazione contestata un danno di oltre 60 milioni di euro. Soldi di quei cittadini che, nelle ultime elezioni, hanno espresso il loro voto a favore dell’attuale sindaco: mi sembra evidente che la situazione sia imbarazzante e che debba portare nell’immediato lo stesso Rossi a fare un passo indietro».
Aeb-A2A: l’affondo dell’ex primo cittadino leghista
Il capogruppo leghista quindi prosegue: «Anch’io, da imputato, ho sempre professato la mia innocenza, ma dopo essermi dimesso. Stavolta, se Rossi non seguisse il mio esempio, ci troveremmo di fronte a tre imputati, lui, l’assessore Giuseppe Borgonovo ed il segretario comunale Alfredo Ricciardi, che oltretutto ha il compito di vistare la legittimità degli atti, che gestiscono milioni di euro, con la giunta che Rossi ha voluto che si è costituita parte civile contro di lui ed ha chiesto un risarcimento per 38 milioni di euro. Dov’è ora il Partito democratico, che quando arrivarono gli elicotteri e le televisioni per me scese in piazza a manifestare? Non hanno nulla da dire i vari William Viganò, Pietro Amati, Patrizia Bertocchi e Renato Minotti?».
Aeb-A2A: l’invito a rinunciare alla prescrizione
Mariani rincara infine nuovamente la dose: «Torno ad invitare il sindaco Alberto Rossi a fare un passo indietro. Se ciò non accadesse, invito tutti i consiglieri comunali a dimettersi congiuntamente, in modo da far terminare la legislatura. In ballo ci sono la dignità umana e quella politica delle persone coinvolte. In una condizione come l’attuale, non bisogna rimanere chiusi in un palazzo dorato per amore di potere. Non vorrei che chi ci amministra avesse perso il contatto con la realtà». La chiosa è esplicita: «Il processo sappiamo tutti che è a rischio prescrizione. Ecco, conto che Rossi lo affronti rinunciando a questa possibilità, come a suo tempo ho fatto io, venendo poi assolto».