«Protesi impiantate senza necessità»: la procura di Monza chiude le indagini, 91 interventi sospetti

Accuse di lesioni dolose per due ortopedici del Policlinico di Monza (estraneo ai fatti), Fabio Bestetti e Marco Valadè, 60 e 53 anni, residenti a Seregno e Paderno Dugnano. Gli avvocati: «In attesa di esaminare gli atti»
Una sala operatoria
Una sala operatoria

Aver tratto in inganno i pazienti, convincendoli della assoluta necessità dell’intervento chirurgico (l’impianto di protesi al ginocchio o all’anca), quando invece l’operazione era superflua. Il tutto aggravato dall’aver percepito regali, tangenti o altre utilità come corrispettivo per le protesi dalla stessa azienda fornitrice.

Chiuse le indagini della procura di Monza relative alla seconda tranche d’inchiesta sullo scandalo delle protesi Ceraver che nel 2017 aveva portato all’arresto di una dozzina di medici con accuse varie, a partire da quella di corruzione. Ora sono state formalizzate nuove accuse nei confronti di due ortopedici del Policlinico di Monza (già ampiamente coinvolti nel filone precedente): Fabio Bestetti e Marco Valadè, 60 e 53 anni, residenti a Seregno e Paderno Dugnano. Sono accusati di lesioni dolose in relazione a 91 interventi chirurgici (15 Bestetti e addirittura 76 Valadè) effettuati al Policlinico (estraneo alla vicenda) o in una clinica di Ivrea (Torino), su pazienti provenienti da tutta Italia, da sessant’anni in su.

Nessun commento dall’avvocato Attilio Villa (difesa Bestetti) “in attesa di esaminare gli atti”. In una nota l’avvocato Roberto Confalonieri (difesa Valadè) ha fatto sapere che deve ancora “visionare il fascicolo” e che il suo assistito “non ha ricevuto alcuna richiesta risarcitoria che possa suffragare quanto contestato dal pm”. Inoltre “alcuni dei pazienti menzionati nell’avviso di conclusione indagini sono tuttora in cura dal mio assistito che è convinto di aver sempre operato secondo coscienza ed intende dimostrare la correttezza del proprio operato”.