È la strada più pericolosa tra le arterie extraurbane italiane, è vecchia e inefficiente eppure è vitale per la Brianza e per i collegamenti tra Milano e la Valtellina: sono tanti i primati, molti negativi, della statale 36 Valassina. Tecnici e politici si sono confrontati sabato sulla possibilità di riqualificarla sfruttando il traino delle Olimpiadi 2026 durante il convegno sulla riqualificazione dei collegamenti tra Milano e la Valtellina organizzato dal gruppo regionale del Partito democratico al centro civico di San Rocco alla presenza del ministro Paola De Micheli.
#Spuntodivista: la Valassina? Un disastro (e il ministro lo sa)
«Secondo i dati forniti dall’Aci – ha affermato il consigliere al Pirellone Raffaele Straniero – nel 2017 su ogni chilometro si sono verificati 7,65 incidenti, 169 nel tratto brianzolo, molti dei quali nei 3 chilometri tra Desio e Lissone».
Nel dicembre 2018, ha aggiunto, il consiglio regionale ha chiesto all’unanimità ad Anas e alle istituzioni di programmare interventi urgenti che, però, non si sono visti. Ecco, allora, hanno concordato i presenti la necessità di attaccarsi alle Olimpiadi.
«La Valassina – ha spiegato Luciano Minotti, già direttore del Centro studi Pim e direttore tecnico di Teem – è una delle direttrici più importanti della Lombardia, ma non è sicura. Il tratto del lago è caratterizzato da frane e gallerie mentre le strozzature in Valtellina generano code. In Brianza ci sono cavalcavia pericolosi di cui cinque sorvegliati speciali e chiusi, svincoli che oggi non sarebbero ammissibili come quello di Briosco, uscite inutili».
Eppure l’aspetto più preoccupante è un altro: «Anas – ha commentato l’esperto – non ha consapevolezza di questi problemi. Occorre lavorare perché la Regione e lo Stato comprendano che bisogna progettare e investire».
Impossibile, ha lasciato intendere, che per il 2026 vengano realizzate la terza corsia e quella di emergenza fino a Lecco ma sarebbe già un passo avanti ridurre gli incidenti e tagliare le code. «Le Olimpiadi – ha ammonito – rappresentano un’opportunità ma dobbiamo restare con i piedi ben piantati a terra. Facciamo un check up di quel che serve e, con un’alleanza tra il Pirellone, lo Stato e gli enti locali, riqualifichiamo la statale e facciamola funzionare». Niente, quindi, piani faraonici destinati a rimanere nei cassetti.
«La Ss 36 – ha auspicato il presidente della Provincia, Luca Santambrogio – dovrebbe diventare una dorsale» attraverso un ragionamento esteso a tutte le arterie provinciali e comunali che le ruotano attorno. Va approfondita, ha proseguito, la possibilità di prolungare la terza corsia da Verano verso Lecco e vanno rivisti gli accessi di Briosco e Giussano. I Giochi olimpici, ha suggerito, potrebbero servire a catalizzare i finanziamenti previsti dal decreto smart road che consentirebbero di ammodernarla e sperimentare corsie riservate ai mezzi elettrici o innovativi.
E si è parlato anche di ferrovie. La littorina del ’45 era più veloce dei moderni treni Milano-Sondrio e non ci sono molte possibilità per abbattere i tempi di percorrenza della linea che nel 2026 sarà utilizzata per raggiungere le località in cui si svolgeranno le gare olimpiche. L’obiettivo, ha spiegato Luciano Minotti, è rendere la tratta un servizio express che colleghi le due città in un’ora e mezza a fronte delle attuali due, appesantite dai ritardi praticamente usuali. Non aiutano, però, il binario unico da Lecco alla Valtellina e i tanti passaggi a livello disseminati nei centri urbani.
«Vanno rivisti gli orari nell’ambito dei piani d’esercizio – ha affermato Luigi Legnani, presidente di FerCargo – va migliorata l’accessibilità delle stazioni e vanno realizzati alcuni raddoppi selettivi dei binari fuori dagli abitati per consentire ai treni di incrociarsi».
La situazione non è migliore sul fronte della nuova Tav merci del Gottardo: «È un problema da affrontare» hanno concordato i due esperti. In stazione a Monza convergeranno nuovi convogli: per regolare il traffico servirebbero sei binari a fronte dei quattro attuali, ma lo spazio scarseggia. Le difficoltà si ripercuoterebbero, di conseguenza, sul nodo di Milano che rischierebbe di andare in tilt. «La Brianza sarà attraversata in modo massiccio».