Processo Costa Concordia, l’avvocato Pepe: «Assolvete Schettino»

La settimana che potrebbe portare al verdetto per il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio si è aperta con l’arringa della difesa di Francesco Schettino. L’avvocato monzese Pepe ha chiesto l’assoluzione.
Processo Costa Concordia, l’avvocato Pepe: «Assolvete Schettino»

La settimana che potrebbe portare al verdetto per il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio si è aperta con l’arringa della difesa di Francesco Schettino, il comandante accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima. Per lui sono stati chiesti 26 anni di carcere – 14 anni per omicidio e lesioni colposi ai quali vanno ad aggiungersene altri 9 per l’accusa di naufragio e altri 3 per abbandono di incapaci e della nave – e l’arresto per “pericolo di fuga”.

L’avvocato monzese Domenico Pepe ha chiesto l’assoluzione del suo assistito. “Non c’è nesso causale con i 32 passeggeri morti”, ha detto il difesore riferendo di “fatti imprevisti, eccezionali, umanamente non prevedibili”, un “maledetto incidente in mare”.

Il legale ha chiesto di “contenere la pena nei minimi edittali” e alle attenuanti generiche. “Non si è mai visto che per un delitto colposo la richiesta di pena sia di 26 anni, neanche per un terrorista”, ha continuato. “Il comandante Francesco Schettino è una persona perbene”, che “lavora in mare da quando aveva 14 anni” e quando il pm Pizza lo definì “idiota, lo offese”, inoltre “ha subito una pressione mediatica contro: Schettino si è sottoposto a un interrogatorio di 40 ore e poi si dice che si è sottratto alle sue responsabilità?”.

“Schettino – riferiscono le agenzie – ha avuto 45 minuti per decidere della vita di 4.500 persone. Se dava l’abbandono nave ad un chilometro dalla costa, come dice l’accusa, la nave sarebbe stata incontrollabile e non tutte le scialuppe avrebbero raggiunto l’acqua indenni. Invece lui, da marinaio provetto qual è, ha letto il vento e le correnti portando la nave sulla costa”.

“Nella sentenza cercate di restituire a questo Paese l’immagine di persone perbene, agli uomini di mare che hanno faticato per raggiungere obiettivi. Mi sono stancato di vedere attacchi a questa Nazione. Non siamo cattivi, brutti, disonesti”.

La Costa Concordia (nella foto quando ancora non era stata rimossa dal Giglio) aveva fatto naufragio il 13 gennaio 2012. L’incidente aveva provocato 32 morti e oltre 100 feriti.