Processo anti ’ndrangheta: Seregno risarcita di 300.000 euro

La Cassazione ha respinto il ricorso dei presunti esponente del “locale” della città. Il Comune si era costituito parte civile, ora ha ottenuto il risarcimento (il secondo) con una sentenza definitiva
Processo anti ’ndrangheta: Seregno risarcita di 300.000 euro

La Cassazione ha respinto il ricorso dei presunti esponente del “locale” , il gruppo ’ndran ghetista, della città. Il Comune si era costituito parte civile, ora ha ottenuto il risarcimento (il secondo) con una sentenza definitiva: a Seregno andranno 300.000 euro. «Ancora una volta, abbiamo dimostrato che ci siamo. Rivendico con orgoglio il fatto di aver firmato personalmente tutte le costituzioni in giudizio di questi anni contro la ’ndrangheta». Il sindaco uscente Giacinto Mariani ha commentato così la decisione della Corte di cassazione, che ha respinto i ricorsi presentati da Fabio Agostino, Tommaso Calello, Gerardo Gambardella e Cosimo Squillacioti, ritenuti esponenti del locale di Seregno della ’ndrangheta, e confermato in questo mondo il risarcimento di 300mila euro a favore dell’ente comunale, già deciso nei precedenti gradi di giudizio che i quattro avevano affrontato ed ora pertanto definitivo.

«Seregno -ha sottolineato l’avvocato Gianpiero Fagnani, il legale cui Mariani si è affidato in questa fase- è uno dei primissimi casi di Comune che si costituisce in giudizio come parte civile in un processo contro un’organizzazione mafiosa. È giusto che le istituzioni siano presenti contro fenomeni che rappresentano un danno per il territorio, per la sua immagine ma anche per la sua economia. Anche in un organismo sano, presenze patologiche contribuiscono spesso a far perdere investitori».

Quello in oggetto non è il solo procedimento che vede Seregno protagonista. La prima costituzione è arrivata nel 2009, nell’ambito dell’inchiesta “Star Wars”, che ha portato alla scoperta di una discarica abusiva della ’ndrangheta ai confini con Lissone. Le successive sono invece maturate in filoni processuali scaturiti dall’inchiesta “Infinito”, che nell’estate del 2010 mise a soqquadro la Brianza, scoperchiando una situazione che era impensabile immaginare così complessa.

In totale, i risarcimenti ottenuti ammontano ora ad oltre 600mila euro. «La difficoltà nell’incassare il denaro -ha chiosato l’avvocato Fagnani- riguarda tutti gli enti pubblici e non solo il Comune di Seregno. Ma un segnale, chiaro, è stato lanciato».