Quattro domande recapitate sulla scrivania del presidente del Comnsiglio dei ministri, Giuseppe Conte. Le ha spedite il presidente giussanese del Club alpini italiano, Vincenzo Torti, per « richiedere dei chiarimenti urgenti per una corretta applicazione del Dpcm presentato il 26 aprile scorso e che darà inizio tra pochi giorni alla cosiddetta Fase 2».
«Sin dalla adozione dei primi ed urgenti provvedimenti per fronteggiare la pandemia, il Cai e tutti i suoi soci si sono astenuti doverosamente da qualsiasi attività in montagna, appellandosi a un senso di responsabilità personale e sociale con il motto “Le Montagne sanno aspettare» scrive nella lettera il presidente del Cai, che sottolinea anche come, a distanza di oltre due mesi, «si siano create aspettative sulla ripresa della frequentazione delle terre alte, seppur adottando le norme di sicurezza: dall’utilizzo dei dispositivi di protezione, al rispetto dei divieti di assembramento e della territorialità». Continua Torti nella lettera: «Vogliamo tornare a prenderci cura dei rifugi e dei sentieri di montagna, perché ora “Le Montagne hanno bisogno di noi”, così come noi loro».

Quattro, come detto, le richieste presentate dal Club alpino italiano a Conte per fare «chiarezza a nome dei suoi 327.143 soci e di tutti coloro che amano e frequentano le montagne»:
1. Alpinismo ed escursionismo sono da considerare attività ludico/ricreative o sportivo/motorie e, in questo secondo caso, i connessi trasferimenti in ambito regionale possono ritenersi, a tal fine, consentiti?
2. I rifugi alpini possono annoverarsi tra le attività cui è consentita la ristorazione con asporto, fermo il divieto di consumare i prodotti all’interno o di sostare nelle vicinanze, e se, in un’ottica di riapertura, possono essere raggiunti dal gestore/custode o dal delegato sezionale per effettuare i lavori di manutenzione?.
3. La manutenzione di migliaia di chilometri di sentieri, stante la sua manifesta utilità sociale, è un’attività che dall’entrata in vigore del Dpcm sarà consentita?
4. «Il precedente divieto di “spostarsi in un comune diverso” è stato rimosso e, sempre alla lettera a), è stato sostituito con il divieto di “spostarsi in una regione diversa”: si chiede se, sempre per i soli spostamenti consentiti, ciò possa avvenire nell’ambito dell’intero territorio regionale, così superandosi il limite comunale rimosso; in tale caso, si chiede, altresì, se il generico accesso a parchi, ville e giardini, fermi distanziamenti e divieti di assembramento, sia riferibile all’intero territorio regionale o se sussistano limiti più contenuti dei quali, però, non vi è indicazione nel Dpcm».